“La fotografia del rischio scattata in Molise a servizio della sanità nazionale, con la nostra regione realtà pilota di un processo destinato a diventare sistemico nel nostro Paese per garantire due cose strettamente interconnesse, quando parliamo di diritto alla salute: la sicurezza del paziente e la sicurezza degli operatori sanitari”. Così oggi a Roma il presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura, durante la presentazione del rapporto finale del progetto “Sviluppo e sperimentazione di un sistema per l’autovalutazione, la valutazione esterna e il miglioramento della sicurezza delle strutture sanitarie”, coordinato da Agenas e Federsanità Anci e sperimentato per la prima volta a livello nazionale in Molise.
All’incontro, che si è tenuto nell’auditorium del Ministero della salute, con i vertici dell’Agenas, di Federsanità Anci e di Fnomceo, anche il direttore generale della salute, Antonio Lastoria.
“Agenas e Federsanità Anci – il riconoscimento del governatore – hanno offerto a una piccola regione, la nostra, un’opportunità straordinaria attuando per la prima volta la sperimentazione di un approccio metodologico nuovo in Italia come la gestione del rischio nelle strutture sanitarie. Un lavoro importante che parte dal Molise per dare spazio, voce, possibilità di espressione e analisi ai principali attori dei nostri ospedali, gli operatori sanitari”.
“Questo lavoro – ha rimarcato Frattura –, ha per noi un significato anche di rivalsa morale: ci dice che possiamo essere, perché lo siamo stati, un esempio nella costruzione della cultura del miglioramento, cultura che contempla la coesistenza della qualità dell’offerta con il contenimento e la sostenibilità dei costi”. Per il governatore, inoltre, “la prova che il supporto di riferimenti qualificati e organizzati, come l’Agenas, può aiutare anche chi è in difficoltà”, nonché “la testimonianza della solidarietà che sempre occorre ed è vitale per la sopravvivenza dei piccoli”.
Nel merito del progetto, il presidente della Regione s’è soffermato sulla qualità della sperimentazione praticata nei sei ospedali pubblici molisani, con l’applicazione dell’innovativo modello di approccio al risk management. “I nostri medici, chiamati nel nuovo ruolo “facilitatori”, hanno avuto e continueranno ad avere, come ci auguriamo, un ruolo di sentinelle per l’adeguatezza delle strutture nelle quali operano attraverso una formazione diretta, traslata poi nell’autovalutazione e sostenuta solo in ultima analisi da un controllo di certificazione esterna”.
“Un modus operandi a noi familiare – ha rivendicato –, perché prende a riferimento il protagonista quotidiano dei settori nei quali si vuole intervenire nel tentativo di apportare miglioramenti. Nessuno più di chi ogni giorno lavora al pronto soccorso, in corsia, nelle sale operatorie, è in grado di indicare agli amministratori quali sono le vere criticità da superare. Questa sperimentazione custodisce in sé l’essenza del processo di riorganizzazione che stiamo portando avanti per il nostro servizio sanitario regionale. Ha a che fare con il valore assoluto, per noi punto di partenza di ogni ragionamento, della condivisione e della conoscenza, preludio essenziale per il controllo dei risultati e il miglioramento degli stessi”.
L’indagine condotta negli ospedali molisani ha consentito di mettere a fuoco gli sviluppi e i benefici differenziati tra prestazione e organizzazione, che possono nascere dalla fotografia dello status quo, ossia dalla fotografia del rischio. “Una fotografia – la considerazione del governatore –, che ci ha insegnato, mostrandocele, che le carenze non sono solo strutturali, come è immediato pensare, o tecnologiche, ma anche comportamentali. Nostro, oggi, il concetto multidimensionale del rischio”.
“Imparare a gestire il rischio – ha ragionato ancora Paolo Frattura –, diventarne consapevole conoscitore, è evidente che pone il paziente in condizioni di garanzia molto maggiori. Lo stesso vale per il medico e per l’infermiere, per l’intera filiera sanitaria”.
“Come Regione siamo qui ad assicurare la continuità del progetto attraverso un metodico e costante controllo. Porre, però, l’uomo, in questo caso il medico e l’infermiere, nelle condizioni di non sbagliare o nelle condizioni di recuperare all’errore con la tempestività necessaria in medicina, è qualcosa di più di una visione consolatoria. Per il paziente, per la collettività e per gli operatori sanitari di tutto il nostro Paese”, l’auspicio finale del governatore del Molise.