• News
  • Stage non retribuiti, i Giovani Dem: «Basta, è sfruttamento»

    «È il momento di dire basta agli stage non retribuiti che vengono usati come pseudo-forma contrattuale di lavoro per sfruttare molto spesso giovani che si ritrovano a non essere retribuiti e non avere tutele». La presa di posizione arriva dl gruppo “Giovani per Agnone Democratica“, che sposano in pieno la petizione lanciata dai Giovani Democratici Milano che chiedono al Governo una forte risposta in merito a questo annoso problema. Tra le richieste l’obbligatorietà di adeguati rimborsi per gli stage e la promozione dell’apprendistato come contratto di lavoro dominante relativamente all’entrata nel mondo lavorativo, «in modo da fornire giuste tutele e opportune ricompense a tutti i giovani».

    Agnese Guerrizio, attivista del gruppo, ha inteso commentare così l’iniziativa: «Quella del precariato e dello sfruttamento, perché sì, le cose vanno chiamate col loro nome, è la condizione di migliaia di giovani italiani che appena diplomati o laureati, dopo anni di sacrifici, sono desiderosi di affrontare a pieni polmoni il mondo del lavoro. Un mondo che, però, gli chiude le porte e frena ogni loro entusiasmo perché non è lavoratore il diciannovenne o venticinquenne che si vede costretto a svolgere stage e tirocini non retribuiti. La retribuzione, infatti, non è soltanto il corrispettivo di una prestazione ma è la misura dell’impegno, è il riconoscimento degli sforzi fatti fino a quel momento, è l’emancipazione economica che permette una vita dignitosa. La retribuzione è la possibilità di entrare nel mondo degli adulti e potersi sentire realizzati, senza dover dipendere dal sussidio delle generazioni precedenti che, tra l’altro, sempre meno credono nella potenza della nostra generazione. Diamo voce ai giovani, diamo speranza ai giovani, retribuiamo i giovani e riconosciamo ciò che gli spetta: una vita dignitosa. Perché se è vero che non si vive di solo lavoro è anche vero il contrario: che solo un lavoro dignitoso può consentire una vita vera».

    Anche Nicola Orlando, componente del gruppo, ha aggiunto: «Nello svolgimento di uno stage, oltre alla mancata retribuzione, vanno considerati anche altri fattori, come ad esempio: la distanza di un giovane dal proprio luogo di lavoro, che molto spesso porta alla decisione di prendere una casa in affitto e quindi ad altre spese, e la difficoltà di spostamento tramite mezzi pubblici di trasporto per chi vive in zone interne come le nostre. A tal proposito, chiediamo una risposta concreta nella forte implementazione di apprendistati di lavoro che permetterebbero ai giovani di avere una giusta retribuzione e maggiori diritti».

    È possibile sottoscrivere la petizione al seguente link: https://bit.ly/3qgt4UL.

    Sostieni la stampa libera, anche con 1 euro.

    Lascia un commento