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  • Storia del quadro della Madonna della Libera venerato ad Agnone nella chiesa di Maiella

    Ad Agnone sono in corso i festeggiamenti per la Madonna della Libera. Il quadro, presente nella chiesa di Maiella, in questi giorni, è oggetto di culto da parte di centinaia di fedeli rientrati nella cittadina anche da fuori regione. Di seguito riportiamo la storia della tela a cura del parroco don Paolo Del Papa.

    La tela che raffigura la Madonna della Libera, nella chiesa di Maiella in Agnone, è un manufatto ascrivibile alla seconda metà del XVII secolo (inizi XVIII), stanti i canoni stilistici – scrive don Paolo Del Papa -. La pietà popolare ne ha tramandato il titolo “della Libera” probabilmente per un’affinità alla devozione che ritroviamo spesso in Molise nei luoghi di presenza Celestiniana, come appunto fu il complesso monastico di Agnone, risalente ai tempi di Pietro del Morrone ancora vivente.

    La chiesa di Maiella fu dedicata l’8 Settembre 1232 ed è per questo che la festa della Madonna è stata incastonata, fino a prevalere, nel contesto nella liturgia anniversaria. L’iconografia della Madonna della libera, come nelle più antiche e conosciute (Cercemaggiore, Pratola Peligna, Marcianise, Castelverrino, per dire solo alcuni luoghi) si presenta diversa dalla nostra. Mentre altrove la troviamo con i palmi rivolti agli osservatori, in atto di liberazione appunto, ad Agnone la tela presenta la Vergine Maria, adolescente, nell’atto dell’Incarnazione, cioè appena Annunziata. Tre elementi ce lo riferiscono: lo Spirito Santo in alto che scende come raggio su di lei, con il monogramma AM, Ave Maria, ossia il saluto dell’arcangelo Gabriele; il ventre gonfio perché già gravido (e questo spiega il perché non abbia il Bambino in braccio); i fiori sbocciati, infine, che in basso a sinistra non sono ornamentali, ma assumono il compito di comunicare che il tempo è compiuto (Gal 4,4).

    Quanto alla veste si presenta nella piena tradizione e cioè essa è rossa per indicare la provenienza dalla stirpe umana, Figlia di Sion; con il manto azzurro per indicare la Potenza o la Misericordia di Dio che l’ha avvolta e l’ha resa Madre di Dio, umile ed alta più che creatura direbbe Dante (Paradiso,XXXIII). Il volto trasmette pace, estasi, perché vuole riprodurre il momento in cui “nel ventre suo si riaccese l’amore” (Par., cit.) e dunque pienamente adempiente alla volontà di Dio. Si tratta quindi di un’opera teologica che mira a raccontare come un atto libero, d’amore abbia cambiato il corso della storia umana e permesso a Dio di nascere, condividere la vita, assumerla e redimerla. Infine – conclude – mentre la Chiesa, quindi, ci invita a celebrare nel giorno 8 settembre la nascita della Madonna, ci piace vedere non solo in Lei, Aurora di salvezza l’adempimento delle promesse di Dio, ma contemplando la tela della Madonna della libera di Agnone, di vedere anche oltre. Che Lei è nata perché Dio da sempre l’ha pensata Madre del suo Figlio.

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