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  • Tamponi al “Caracciolo”, Fangio: «Devono poterli fare anche gli abruzzesi dell’Alto Vastese»

    «Ottimo risultato dell’amministrazione di Daniele Saia, coadiuvato dalla professionalità e tenacia di Enrica Sciullo e del vicesindaco Giovanni Di Nucci. Presto si potranno effettuare tamponi anche ad Agnone. E’ il momento di far partire gli accordi di confine, fortemente voluti da Silvio Paolucci, ed iniziare con una collaborazione sulla diagnostica Covid».

    Enzo Fangio, consigliere comunale di Castiglione Messer Marino, commenta con soddisfazione la notizia che finalmente l’Asrem, dopo otto mesi di emergenza sanitaria nazionale, ha dato il via libera al servizio di tamponi per la ricerca del Covid19 anche nell’ospedale “Caracciolo” di Agnone. Una buona notizia a metà, perché i pazienti al di qua del confine, cioè i residenti nell’Alto Vastese, non potranno fare i tamponi ad Agnone, per via della famosa mobilità passiva. Una sciocchezza da burocrati e ragionieri.

    «Bisogna dare la possibilità ai cittadini dell’Alto Vastese di potersi recare ad Agnone per fare i tamponi. – riprende infatti Fangio – Bisogna farlo sopratutto per i bambini; non è etico costringerli a fare centinaia di Km per sottoporli ad un tampone. Il nostro distretto negli ultimi anni è stato sottoposto ad una spoliazione di servizi, lenta ed inesorabile, nell’indifferenza di chi se ne dovrebbe occupare. Ciliegina, amara, sulla torta è la necessità di dover prenotare per le analisi del sangue e dover aspettare anche un mese prima di essere “salassato”. Risultato? La maggior parte dei cittadini si reca ad Agnone per i prelievi, con l’Abruzzo che rimborsa i cugini del Molise.

    Ecco, perché non poter fare anche i tamponi? Questa volta però con un accordo strutturato tra le due Regioni, in modo da poter far finalmente partire una proficua collaborazione. nel frattempo il Ministero della salute ha dato l’ok ai test rapidi salivari. Perché non far rientrare nell’accordo che preveda un’area pilota, Alto Vastese e Molise per l’utilizzo di questi nuovi strumenti di diagnostica, almeno per le scuole? La regione Lazio e la regione Veneto si sono già attivate, per una volta possiamo essere anche noi all’avanguardia? Basta la volontà politica e l’impegno concreto anche degli amministratori locali. Proviamoci».

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