«Nel nuovo piano vaccinale emanato dal Governo centrale sono previsti siti di somministrazione del vaccino quali palestre, caserme, fabbriche, palazzetti dello sport, parrocchie e altri luoghi pubblici e non. Solo la città di Agnone esclude l’ospedale quale sito di vaccinazione, dichiarato non idoneo, ma da chi?».
Franco Paoletti, medico reumatologo al “Caracciolo” e consigliere comunale di opposizione ad Agnone, interviene così nel dibattito pubblico innescato dalle parole del vicesindaco Giovanni Di Nucci. Il numero due dell’amministrazione Saia, nei giorni scorsi, ha precisato alcune cose in merito proprio alla scelta della sede vaccinale, attivata, va ricordato, all’interno dell’aula del Consiglio comunale. Una location insolita, preferita, non si capisce bene per quali ragioni, all’ospedale cittadino.
«Ho escluso la sede dell’ospedale, luogo che penso di conoscere bene perché vi ho vissuto intensamente per larga parte delle mie giornate di vita, perché gli stretti corridoi non permettono il distanziamento, l’accesso non è facile, non ci sono locali idonei per rispettare le regole volute dalle disposizioni ministeriali che chiedono un’ampia area per vaccinare e una sala di osservazione ancora più spaziosa e a vista». Queste le dichiarazioni del vicesindaco, già medico ospedaliero. In sostanza, a suo dire, l’ospedale, che pure è ancora in funzione, dunque idoneo a svolgere tutte le normali attività sanitarie, non lo sarebbe invece per effettuare delle banalissime inoculazioni di vaccino Covid mediante una siringa. Una posizione piuttosto singolare, soprattutto perché viene da un medico, non da un esperto di logistica.
La sala del Consiglio comunale è più idonea di un ospedale per effettuare una vaccinazione, cioè una pratica sanitaria. Non serve essere un primario in pensione per capire che è una posizione piuttosto singolare. Vorrà dire che le prossime sedute dell’assise civica si terranno nell’aula conferenze del “Caracciolo”, verrebbe da replicare.
«Un altro importante motivo – ha tentato di argomentare il vicesindaco Di Nucci nella nuova veste di autoproclamato esperto di logistica – è che portare centinaia di persone in percorsi e spazi angusti avrebbe creato seri rischi di trasformare un ospedale Covid-free in un centro Covid positivo e favorito la diffusione del virus. A distanza di tempo e considerando quello che è successo con la impennata di contagi da variante inglese mi ritengo soddisfatto della scelta».
Scelta che invece contesta il collega medico e consigliere comunale Paoletti. A che titolo e con quali competenze Di Nucci ha dichiarato un ospedale aperto e funzionante come non idoneo a fare un vaccino? Questo si chiede l’esponente dell’opposizione che è medico tanto e quanto il vicesindaco Di Nucci.
«Cosi facendo – ha dichiarato ancora Paoletti – qualcuno ha messo la pietra tombale sul “Caracciolo”. A fine pandemia, se saremo ancora qui, faremo prelievi, visite specialistiche e ricoveri a Palazzo San Francesco e non al San Francesco Caracciolo, – aggiunge ironicamente il consigliere di opposizione – ma che fa, sempre Francesco è. Siamo i migliori al mondo a farci del male da soli. Una volta lo slogan era “giù le mani dall’ospedale”, ma da quando il tempo inesorabilmente ha posto “loro” in congedo… ciò non è più». Chiude caustico Paoletti.
Uno scontro verbale a mezzo stampa che avrà sicuramente una continuazione accesa nel prossimo Consiglio comunale che si terrà non in ospedale, bensì a palazzo San Francesco, cioè nel luogo deputato a questo.
Francesco Bottone