POGGIO SANNITA. Quando l’amico Giovanni Labbate gli fa presente che sulla tavola manca il vino rosso di cui è stato un ottimo produttore, la risposta è secca: “Pur auann è pront (pure quest’anno è pronto, ndr”. Una battuta che fa capire tutta l’estrosità e la simpatia di Michele Ingratta nato cento anni fa nella frazione di Villacanale (Agnone). Ed è stato proprio il sindaco di Agnone, Lorenzo Marcovecchio a volerlo abbracciare nel giorno del suo compleanno nell’accogliente casa di riposo “Cosmo Maria De Horatis” di Poggio Sannita dove nonno Michele risiede da anni. miAttorniato dal calore dei figli Bambina, Fiore, Aquino, Rina e Domenico, Michele ha ricevuto in dono dal primo cittadino l’originale attestato di nascita risalente al 21 novembre del 1919. “Fino a circa dieci anni fa andava ancora in campagna a curare la vigna” ci dice una figlia, mentre Labbate ricorda l’attivismo di nonno Michele da sempre animatore della vita sociale della Valle del Sole (Villacanale). Negli anni ’80 partecipò alla veemente protesta degli abitanti di Villacanale contro il Comune di Agnone per l’installazione del gas metano nelle abitazioni. Ed ancora, è stato socio fondatore dell’associazione Nuova Villacanale, componente del comitato festa in onore di San Michele Arcangelo, sacrestano, e membro del “Gruppo folklorico Valle del Sole”. Agricoltore e operaio edile, nonno Michele sorride a tutti ma non trattiene la commozione quando gli ricordano sua moglie Fiorina deceduta due anni fa e con la quale ha vissuto fianco a fianco per settanta anni. “E’ un esempio per tutti noi – le parole del sindaco Marcovecchio – una ricchezza di esperienza, sapere e amore che ha fatto grande questa terra. Oltre a rappresentare il vivere sano costituito da valori sani e famiglia, nonno Michele è l’icona di quell’Italia che non si è mai pianta addosso, ma contrariamente ha saputo rimboccarsi le maniche e mandare avanti il Paese. A lui e ai suoi familiari le congratulazioni più sentite da parte di tutta la cittadinanza e l’augurio di vivere altri cento anni”.
Vino rosso, famiglia e amore per la sua terra: l’elisir dei cento anni di Michele Ingratta
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