«La politica regionale nell’Abruzzo attuale non mostra più alcun rispetto verso i diritti dei cacciatori, in particolare della caccia collettiva e della tradizione. Siamo discriminati e penalizzati come non capita altrove. Intendiamo protestare contro il piano faunistico venatorio in via di approvazione e chiediamo a tutte le forze politiche di rigettarlo. Proponiamo a tutti i cacciatori di indire, concordandola, una imponente manifestazione di protesta. Tale manifestazione si svilupperà anche come un’occasione per rivendicare i diritti dei cacciatori e per chiedere rispetto».
E’ l’intento manifestato da molte squadre di caccia al cinghiale abruzzesi alla vigilia dell’approvazione del nuovo piano faunistico da parte della Regione Abruzzo. Secondo i cinghialai abruzzesi, il nuovo strumento di pianificazione venatoria sarebbe penalizzante nei confronti della braccata, cioè la tecnica di caccia collettiva al cinghiale con l’ausilio di segugi. Ed ecco l’idea di protestare. Una proposta di mobilitazione che trova facile sponda nel “Movimento 5 Pil“, una aggregazione nazionale di cacciatori. In una nota girata alla nostra redazione scrive infatti il responsabile del M5Pil Paolo De Masi: «In Abruzzo è in dirittura d’arrivo l’approvazione del piano faunistico venatorio, con una classe dirigente che non ha accolto nessuna delle osservazioni e obiezioni mosse allo stesso piano dalle associazioni venatorie e dai cacciatori più in generale. E’ indispensabile partire dalla braccata quale strumento per eradicare il cinghiale nelle aree non vocate, con i cacciatori che possano rivestire il ruolo di primo piano che compete loro, coinvolti nella salvaguardia delle specie più in difficoltà come pernice, starna e lepre in particolare, e nel controllo dei nocivi e degli ungulati. Non più spettatori di complicati tecnicismi burocratici che spesso portano a scontentare tutti, ma primi attori nel tutelare un patrimonio faunistico prezioso, elemento fondamentale della tradizione rurale, di cui la caccia e la braccata sono un pilastro fondamentale. In Abruzzo già abbiamo avuto il calendario venatorio più restrittivo d’Europa e oggi assistiamo ad una proposta di approvazione del nuovo piano faunistico venatorio che non soddisfa nessuno. Se non interverranno modifiche sostanziali, il piano va rigettato integralmente. Questo chiediamo a tutte le forze politiche».
Una proposta, quella di stracciare il piano faunistico venatorio, sostanzialmente condivisa anche dai vertici regionali di alcune associazioni venatorie.
Questa sera i capisquadra, che si stanno strutturando in un coordinamento regionale, terranno una riunione per pianificare la eventuale manifestazione di protesta contro la Regione Abruzzo.