C’è il bene, eccome. Ce n’è così tanto che si fa fatica a raccontarlo. Ed emerge con tutta la sua forza in questi giorni di vita sospesa, freezata, nei quali l’essenziale svetta, depurato dall’abituale frenesia del quotidiano. L’emergenza Covid-19 ha generato un fenomeno parallelo alla paura e quel senso di incertezza divenuto denominatore comune delle vite di tutti: il desiderio, quasi un’urgenza, di essere insieme, in tanti, a combattere una battaglia davvero difficile.
La sanità pubblica, spesso e qualche volta anche a ragione, vituperata e tacciata di inefficienza, ora si scopre essere lo scudo che può riparare dal flagello, l’approdo di salvezza. Prima demone e adesso angelo? Né l’uno né l’altro, semplicemente una garanzia per tutti, nel segno dell’equità e della solidarietà. Lo è da sempre, ma solo oggi se ne acquista consapevolezza, davanti a un nemico che disorienta perché “altro” dall’iconografia classica, invisibile e senza armi.
E allora in questi giorni durissimi diventa sentimento diffuso volere bene a un ospedale, a una Asl, a cui si guarda con fiducia e palpitazione. E’ «l’altra faccia della Corona», quella del sentire risvegliato: la voglia di essere partecipi e solidali, un senso di comunità che sembrava perduto, la speranza cercata negli occhi degli altri, pur se distanziati per necessità. Ancora, lo stupore, per quello che la sanità pubblica riesce a esprimere in questa sfida senza precedenti e, viceversa, per l’affetto riversato dalle persone alla sanità pubblica, in generale e a livello locale.
Una testimonianza diretta è offerta dall’Azienda sanitaria locale Lanciano Vasto Chieti, destinataria ogni giorno di gesti di solidarietà da parte di cittadini e aziende che si rendono disponibili per ogni forma di aiuto. In tanti hanno chiesto di poter dare un aiuto economico, consapevoli del grande dispendio di risorse generato dalle misure organizzative straordinarie che vengono messe in campo in tutta fretta, dall’acquisto di attrezzature per la Rianimazione all’allestimento di nuove aree di degenza. Nasce quindi da questa ondata di generosità che chiedeva di essere accolta l’apertura di un conto corrente dedicato all’emergenza Covid-19, sul quale far pervenire le offerte in denaro di quanti desiderano contribuire.
Ma la solidarietà si esprime in queste giornate anche con la donazione di dispositivi di protezione da destinare agli operatori sanitari: arrivano mascherine, tute, guanti, offerte da esercizi commerciali, aziende e professionisti che ne fanno uso e che in questo momento non sono in attività per via delle restrizioni del Governo, associazioni che li acquistano. In tanti hanno risposto, e continuano a farlo, all’appello del Direttore generale della Asl, Thomas Schael, il quale chiedeva aiuto sulla fornitura dei presidi, divenuti introvabili e che l’Azienda sta procurando tra mille difficoltà per proteggere il personale.
Desideriamo ringraziarli tutti, uno per uno, e lo faremo ogni giorno, con nomi e foto. Perché se non sono consentiti abbracci e strette di mano, gli occhi, le espressioni, i visi di quanti arrivano a consegnare i materiali raccontano che questa epidemia ci tiene lontani, ma in realtà siamo stretti come non mai, e che la catena delle emozioni annienta quella del contagio. Lo racconteremo perché di questo straordinario senso del “noi” resti traccia e diventi memoria. Quella che vorremmo conservare negli anni a venire.
I NOSTRI DONATORI
Tutto il materiale di protezione possibile, tute, mascherine e guanti è arrivato da Colormax, edilizia, industria, falegnameria, fai da te di Andrea Buccella e Matteo Picciotti;
Tute chimiche dall’organizzazione di “Arrostiland“, Abbruzzo di Morris e la comunità di Vacri;
Tute da Giuseppe Cavuto, titolare dell’Azienda Cavuto A&G di Tollo, che fornisce attrezzature per vigneti;
Tute e guanti dal Guantificio Abruzzese di Chieti;
Tute da La Panoramica, azienda di trasporti di Chieti;
Kit per visitatori e guanti da Pasqualone srl di Chieti;
Guanti e mascherine dagli studi odontoiatrici di Gianni Cialone di Vasto, Roberto Cupaiolo di San Salvo, Rosarita Marchioli di Atessa;
Il panificio Palmarelli di Chieti che ha inviato dei dolci al reparto di Malattie infettive del “SS. Annunziata”.