AGNONE – Il balletto dei numeri in merito ai contagiati da Covid19 ad Agnone va avanti, ma una cosa è certa: Toma non ha dichiarato la città “zona rossa”. Dai primi 25 casi comunicati oggi, dopo il paziente uno di ieri, si è passati ai 23 casi indicati dal Comune, per arrivare questa sera ai 22 positivi segnalati su una mappa postata sui social (ma non inviata alla stampa, ndr) dall’Asrem. Positivo in più, positivo in meno, la cosa certa è che ad Agnone c’è ormai un cluster locale. Le disposizioni per fronteggiare questa epidemia, comunicate dalla commissario prefettizio Ferri che guida il Comune dopo l’estromissione del sindaco, sono queste: i pazienti sintomatici COVID-19, ospiti in una struttura di assistenza del posto, saranno trasferiti presso il “Cardarelli” di Campobasso; i pazienti positivi asintomatici resteranno preso la casa di riposo opportunamente sorvegliati e monitorati; gli ospiti della casa di riposo negativi al test COVID-19 saranno presi in carico dall’ASREM e collocati presso il plesso ospedaliero di Agnone «ove saranno predisposti appositi spazi per la gestione sanitaria degli ospiti»; gli altri positivi ed i loro familiari nonché persone entrate in contatto a vario titolo con loro, saranno sottoposti a quarantena obbligataria presso la loro abitazione. Questi, dunque, i provvedimenti presi dalle autorità sanitarie e da quelle locali dopo l’accertato cluster di coronavirus in città. Anche il presidente della Regione Molise ha preso immediati provvedimenti, ma, checché ne dicano i soliti sedicenti “più informati” sui social, Agnone non è stata dichiarata zona rossa. Nelle zone rosse, infatti, come ad esempio a Pozzilli o Venafro, vigono queste prescrizioni: divieto di allontanamento dal territorio da parte di tutti gli individui ivi presenti; divieto di accesso nel territorio dei suindicati Comuni; sospensione delle attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità. Le strade di accesso alle zone rosse sono presidiate dalle forze dell’ordine, perché da una città in “zona rossa” non si entra e non si esce, se non per i pochi motivi consentiti. Nell’ordinanza numero 18 di oggi, invece, il governatore Donato Toma, «al fine di circoscrivere ed isolare i focolai evitando la diffusione massiva del virus anche nel resto della regione» ha previsto soltanto un obbligo di utilizzo delle mascherine per chi entra ad Agnone o per chi esce da Agnone recandosi altrove. Testuale, dall’ordinanza: a decorrere dal giorno 4 aprile 2020 e fino al 19 aprile 2020, con riferimento al territorio del Comune di Agnone, è fatto obbligo: alle persone fisiche ivi residenti e/o dimoranti di dotarsi ed utilizzare idonea mascherina durante tutta la loro permanenza al di fuori del predetto territorio ove siano legittimate ad uscire dal comune ai sensi dell’art. 1, comma 1, lett. b), del D.P.C.M. del 22 marzo 2020; alle persone fisiche che transitino nel suindicato territorio di dotarsi ed utilizzare idonea mascherina durante tutta la loro permanenza sul medesimo territorio comunale». Sembra piuttosto chiaro.