CAPRACOTTA – «Occorre una ribellione di massa».
Non usa mezze parole il sindaco di Capracotta, Candido Paglione, che torna ad entrare ad alzo zero nel dibattito pubblico in merito alle sorti del “Caracciolo” di Agnone. In perenne carenza di personale, perché l’Asrem non assume con l’alibi smentito dai fatti che «nessuno vuole venire a lavorare ad Agnone», si lasciano a casa due medici vincitori di concorso che potrebbero rappresentare l’unica soluzione alla inevitabile chiusura del reparto di Medicina.
«Non vorrei apparire blasfemo, soprattutto in questo periodo del Triduo Pasquale, ma mi viene da dire che adesso davvero “tutto è compiuto”. – riprende il sindaco di Capracotta – E, purtroppo siamo stati facili profeti, perché per l’Ospedale di Agnone a questo punto è praticamente finita.
La chiusura, di fatto, dell’unico reparto ancora esistente, il reparto di medicina, trascinerà verso la chiusura anche quel poco che ancora era rimasto. Penso al Pronto Soccorso e alla oggettiva difficoltà a farlo funzionare senza il reparto di Medicina e, di conseguenza, al laboratorio di Analisi e alla Radiologia. Come cittadino dell’Alto Molise, prima di tutto, e poi come sindaco del comune simbolo della montagna molisana esprimo sconcerto e rabbia per quanto sta accadendo. Occorre una ribellione di massa».
E forse proprio preoccupato per questa annunciata «ribellione di massa» che minaccia di innescarsi dal Molise Altissimo, il direttore generale dell’Asrem, Oreste Florenzano, nel tentativo di gettare acqua sul fuoco delle polemiche, spiega: «I due medici vincitori di concorso per il reparto di Medicina generale dell’ospedale Caracciolo di Agnone hanno dato la loro disponibilità a prendere servizio a partire dal prossimo 9 maggio. Come Asrem non possiamo imporre a nessuno di accelerare i tempi».