Realizzare una casa di riposo per anziani nei locali appena lasciati liberi dal centro di accoglienza migranti.
E’ la proposta lanciata a caldo da Paolo Palomba, già consigliere regionale in Abruzzo e stimato imprenditore nel campo sanitario, a commento della improvvisa chiusura del centro profughi di Schiavi di Abruzzo.
La struttura, attivata nella sede di un albergo in disuso, ha funzionato per qualche anno, dando accoglienza a centinaia di profughi e richiedenti asilo, in particolare dall’Africa e dal Pakistan, e offrendo lavoro a qualche decina di persone del posto e dei paesi vicini. Ora però il business dell’accoglienza umanitaria, quella fatta con i soldi pubblici, non certo con i capitali degli imprenditori della solidarietà, sembra essere sulla via del tramonto. L’affare non rende più. I fondi scarseggiano e ospitare migranti non è più così redditizio come nel recente passato. E così gli imprenditori coi soldi degli altri, che fino ad oggi hanno fatto affari con l’alibi dell’accoglienza umanitaria e della solidarietà, ora chiudono battenti, lasciando senza lavoro e senza futuro i lavoratori.
«Sono molto dispiaciuto per le persone che lavoravano al centro di accoglienza di Schiavi e che dall’oggi al domani sono rimaste senza lavoro. – esordisce l’ex consigliere regionale Paolo Palomba – Una proposta sensata per il paese e l’intero territorio sarebbe quella di realizzare in quella struttura, opportunamente adeguata, una casa di riposo per anziani. I centri montani dell’Alto Vastese sono purtroppo pieni di anziani sempre più soli e bisognosi di assistenza. Inoltre una struttura del genere servirebbe anche a ricollocare quel personale rimasto senza lavoro e magari, perché no, assumerne altro in base alle reali necessità».
Puntare sull’assistenza agli anziani, che non mancano affatto, e non invece sull’accoglienza dei profughi o presunti tali, questa è la sintesi della proposta di Palomba, che si dice pronto a interessarsi concretamente al progetto, senza escludere una partecipazione pubblico-privata che metta insieme ad esempio il Comune di Schiavi e imprenditori privati che vogliano investire sul territorio.