Manuel, 12 anni. Quasi 13. Ieri ha protestato davanti alla sede del Consiglio regionale seduto su una sedia a rotelle. La sua è la storia della sanità che talvolta (o forse troppo spesso) non funziona, della sanità nemica del cittadino.
Manuel è arrivato a Campobasso da Poggio Sannita perché non riceve l’assistenza di cui avrebbe necessità. «Non ho – ha detto mostrando un visino angelico e sincero – la sanità che mi serve».
Nicola, il suo papà ha raccontato di battaglie, perfino denunce, per ottenere la fisioterapia.
Il piccolo aspetta da tre anni una carrozzina elettrica che gli consentirebbe di muoversi in paese. Promesse, disguidi, addirittura una gara per l’acquisto. «Spera da troppo tempo, questa è la terza estate. Per non deluderlo ulteriormente l’abbiamo comprata noi».
Ventimila euro, tanto è costata. Due mesi di stipendio di un consigliere regionale. Una vita di sacrifici potrebbe invece non bastare per metterli da parte a chi alla tragedia di un figlio malato deve aggiungere la lotta contro uno Stato malvagio.
Non so al cospetto di Manuel e del suo papà cosa ha provato chi siede nell’aula di Palazzo D’Aimmo e, soprattutto, se ha realizzato che il punto di non ritorno è abbondantemente superato. Io, non lo nego, mi sono sentito piccolo piccolo.
Scusa Manuel, scusaci. Tutto questo non lo meriti.
Luca Colella, direttore responsabile di PrimopianoMolise