Chiude, o meglio ri-chiude il centro di accoglienza migranti di Schiavi di Abruzzo. La struttura, un ex albergo in località Monte Pizzuto, a qualche chilometro dall’abitato di Schiavi, era stata già chiusa una prima volta nel giugno scorso perché vista la diminuzione sensibile degli sbarchi e degli arrivi di sedicenti profughi il business, tra l’altro pagato con soldi pubblici, non era più redditizio.
Tutti a casa, con il personale assunto invitato a prendere servizio presso altre strutture sul territorio del Vastese e del Chietino. A distanza di poche settimane la riapertura, in fretta e furia, per far fronte all’emergenza venutasi a creare in una analoga struttura di Gissi, divenuta sede di un cluster epidemiologico di Covid 19. Una ventina di migranti venne trasferita a Schiavi, presso il centro riaperto dalla sera alla mattina. Il personale decise di non prendere servizio, per motivi di precauzione sanitaria.
E infatti pochi giorno dopo uno degli ospiti risultò positivo al Covid. Da allora il paziente si sarà negativizzato né la Asl ha segnalato cluster in loco. La notizia delle ultime ore è che il centro sul Monte Pizzuto chiude definitivamente, perché evidentemente i costi per la sua permanenza in attività in vista dell’inverno non sono affrontabili da parte del gestore dell’accoglienza migranti. Gli ospiti, una ventina stando alle ultime notizie, saranno trasferiti già a partire dalla giornata di oggi presso analoghe strutture dislocate sul territorio del Vastese, in particolare a Gissi. Operazioni di sgombero che dovrebbero terminare entro venerdì. Nel frattempo il personale assunto, di Schiavi, Castiglione Messer Marino e Castelguidone, è stato licenziato lunedì scorso.