Riceviamo dal sindacato di Polizia penitenziaria Sappe Abruzzo la seguente nota a firma del segretario Giovanni Notarangelo e pubblichiamo:
«La scrivente segreteria locale con il seguente comunicato stampa intende divulgare il più possibile l’ennesimo affronto che si sta perpetuando sul corpo della Polizia Penitenziaria di tutta la regione Abruzzo ed in particolare sulla casa lavoro di Vasto che orami dal mese di maggio
ospita una sezione covid per tutti i nuovi arrestati per decisione del provveditorato regionale presa in modo del tutto unilaterale e contestata da questa organizzazione sindacale.
Dopo il caso di positività di un detenuto giunto nel penitenziario vastese in data 25-09-2020 e scoperto tramite tampone il giorno 02-10-2020 a nulla sono servite le richieste in primis da parte della direzione vastese per ottenere il tanto agognato tampone per chi opera in prima linea giornalmente e del tutto vane sono state le richiesta da parte di ben otto segretari regionali di altrettante organizzazioni sindacali a tutte le più alte autorità politiche e sanitarie del palcoscenico nazionale e regionale. Nei giorni scorsi, tra lo stupore generale, si è venuto a conoscenza tramite notizie su carta stampata che a tutti gli avvocati del foro di Vasto è già stato effettuato il tampone dopo la positività di un legale vastese, il tutto ha portato alla chiusura del tribunale di Vasto.
La domanda che si pone questa segreteria locale è innanzitutto il perché e chi ha scelto di usare due pesi e due misure su due categorie che svolgono un servizio per la collettività. Chi è maggiormente esposto al contagio certo non sono gli avvocati, ma piuttosto i poliziotti penitenziari che continuano a prestare il proprio servizio nell’indifferenza generale delle istituzioni».