«La Regione Abruzzo ha risposto alla crisi causata dalla pandemia con una confusione che ha superato il limite del grottesco». La presa di posizione non è di un partito politico di minoranza in Regione, ma di un’associazione che dovrebbe occuparsi di ambiente e della tutela dell’orso bruno marsicano, ma preferisce evidentemente polemizzare con il Governatore Marsilio e l’assessore regionale alla Caccia, Emanuele Imprudente. I due amministratori regionali sarebbero colpevoli di aver dato l’ok alla caccia, in zona arancione, cioè esattamente quello che ha fatto la quasi totalità dei presidenti di Regione in questi giorni.
In un comunicato stampa che è un’invettiva politica contro la Regione a trazione centrodestra, gli ambientalisti e animalisti dell’associazione “Salviamo l’Orso” toccano varie questioni politiche: dal «contributo milionario al Napoli calcio affinché scegliesse Castel di Sangro per la sede del ritiro precampionato, all’incuria con cui non ha potenziato ospedali e terapie intensive in previsione della seconda ondata del virus , all’inspiegabile “accanimento terapeutico” per rianimare impianti sciistici falliti da anni (Scanno ), alla vergognosa proposta di legge per tagliare 8mila ettari del Parco Naturale Regionale Sirente Velino, all’ultima “perla”, ovvero l’ordinanza n.108 del 12/12/2020 con cui il vicepresidente Emanuele Imprudente consente gli spostamenti ai cacciatori in tempo di Covid accampando motivazioni ridicole e inconsistenti: “è consentito lo svolgimento dell’attività venatoria in quanto stato di necessità per conseguire l’equilibrio faunistico venatorio, per limitare i danni alle colture nonché il potenziale pericolo per la pubblica incolumità”. Quando in realtà, come attestano tutti i tecnici interpellati, è esattamente il contrario: la caccia sta facendo crescere il numero di cinghiali e i danni alle colture».
«Così che adesso, grazie a Marsilio ed alla sua ridicola gestione dell’emergenza Covid, l’Abruzzo si è ritrovato ad essere l’ultima zona rossa d’Italia e la stragrande maggioranza degli abruzzesi deve restare a casa o nei limiti del proprio Comune, con le attività economiche e commerciali in gran parte sospese, i cacciatori invece sono autorizzati a circolare per “liberarci” dal “pericolo” della fauna selvatica» chiude la nota di Salviamo l’Orso.