«Un vero bollettino di guerra connota anche l’annata venatoria 2020-2021: quattordici morti e 47 feriti, 18 persone estranee alla caccia fucilate dai cacciatori».
Sono i numeri snocciolati dall’associazione “Vittime della caccia” proprio a chiusura della stagione venatoria. «Inaccettabile ancora una volta è il prezzo da pagare per la caccia, un’attività crudele, pericolosa, estremamente dannosa, oltre che inutile» scrivono in una nota gli anti-caccia, come se potessero decidere, non si sa in base a quali parametri, cosa è utile e cosa non lo è.
«Se i dati sono leggermente in calo – sono costretti ad ammettere gli anticaccia – è solo a causa delle restrizioni introdotte dalle misure anti covid. Ciò non ha impedito ai cacciatori di frodo e a quelli autorizzati di muoversi oltre i limiti imposti ai comuni mortali, dimostrando ancora una volta, quanto la politica e le amministrazioni siano commistionate con le lobby della caccia e delle armi».
«La caccia attenta all’incolumità dei cittadini, genera allarme sociale, uccide persone e animali: è questa la realtà che istituzioni e politica non possono e non devono più sottacere. – continuano gli anticaccia – Le armi da caccia, chi le detiene e le usa deve essere sottoposto a controlli seri e sempre aggiornati, la salute mentale verificata, i requisiti controllati rigorosamente». Tutte cose già previste dalle leggi in materia, ma che gli anticaccia invocano come se fossero delle novità assolute.
«Impossibile poi rintracciare i tanti animali domestici e da cortile uccisi o feriti dai cacciatori. L’uccisione di Zaira, l’asinella del rugbista, è assurta agli onori della cronaca nazionale, ma delle altre vittime animali chi ne parla? – continua la nota – Ecco di fronte all’ennesimo bollettino di guerra si può solo dire: basta, l’abolizione è l’unica risposta sensata».
Andate affanculo animalisti di merda siete i parassiti di questa società