Mia nonna usava dire: “Bada all’albero che con l’Epifania viene il prete!” All’albero di Natale appesi globi e dolciumi. Forte della saggezza popolare, mia nonna, che non tollerava un cambiamento dettato dai posteri, imponeva le sue usanze cercando di portare noi bambini sulla stessa corrente di pensiero. I tempi però sono cambiati e mi sento di dover proporre un’altra panacea.
Mi presento, sono l’Etranger di Camus, strano il mio abbiglio, schivi i miei modi, schivo il mio sguardo là dove non conosco. Formato fra Bologna (dove son cresciuto) e Genova, ho avuto modo recentemente d’essere accolto nella comunità di Agnone per motivi lavorativi. Qui ho trovato un’apertura umana ed una disponibilità rara che poco s’incontra in altri luoghi della provincia italiana. A mettermi in guardia maggiormente verso ciò a cui andavo incontro son stati di buon grado i tanti amici molisani. Una terra arida mi dissero, disabitata, dove le opportunità sono poche al giorno d’oggi. Una terra dove non vivere, una terra da lasciare alle spalle. Una terra dimenticata dal tempo e dalle fatiche dove poco importa dei sacrifici di giovani e meno giovani, tanto poco c’è da fare. Eppure, nella mia seppur frugale esperienza molisana ho colto una forte vitalità della comunità, una voglia di rivalsa e di espiazione di colpe ancor non note ai più, tanto importanti quanto catastrofiche là dove ci si scontra con un secolarismo d’usi e costumi ben radicato nella Penisola.
Apparentemente Milano non teme i Nostri costumi, tanto meno s’indisciplina dinanzi a qualche apparizione televisiva, quanto più teme un Molise pronto ad accogliere e consolidare nuove forze lavoro, temendo l’intraprendenza imprenditoriale giovanile che lancia manforte ad accorpare fra i suoi asettici grattacieli. Dunque dimentichiamo l’albero, il prete ed i suoi dolciumi, dimentichiamo le fatiche a non essere i primi della classe e al di là d’ogni apparenza oramai desueta ed infondata ai giorni d’oggi, rimbocchiamoci le maniche. A ricordo della nonna, pover’anima tanto lontana ma tanto vicina ai costumi di questa terra, mi auguro di aver ragione ancora una volta nello spronare, al di là di qualsiasi sfumatura borbonica, i giovani di questa comunità ad un impegno serio e costante nel campo di quell’imprenditoria che tanto grande ha fatto il Nord e tanto manca attualmente al Molise come all’Italia intera.
Un caro Saluto
R.A. Dott. Botusan,
A disposizione della comunità
Ps. Appena arrivato ad Agnone, il dottor Razvan Andrei Botusan si è subito prodigato per dare il suo apporto alla campagna vaccinale effettuata a Palazzo San Francesco. Un piccolo grande gesto che gli anziani del territorio non dimenticheranno.