“Ci ha lasciato Paul Polansky. Era stato ospite del Centro Studi Alto Molise ‘Luigi Gamberale’ in una delle tante serate dedicate alla poesia e alla convivialità organizzate negli anni. Le sue poesie ed il suo impegno civile faranno sempre parte di noi”.
Armando Sammartino, ex componente del Centro Studi Alto Molise, ricorda così il poeta e scrittore di origini americane morto ieri a 79 anni.
Nato a Mason City, nello Iowa, il 17 febbraio 1942, Polansky lascia gli Stati Uniti per proseguire gli studi a Madrid, dove poi lavora come giornalista free lance. Il trasferimento in Spagna diventò l’inizio di una lunga odissea attraverso l’Europa, che lo ha portato a diventare uno degli scrittori più impegnati a favore dei diritti umani nell’Europa dell’est. Intraprese, infatti, un lungo percorso di ricerca sulle origini della propria famiglia durante il quale scoprì documenti che hanno permesso di riportare alla luce l’esistenza del campo di concentramento di Lety, in Repubblica Ceca. In seguito ha svolto studi accurati sui campi di concentramento nazisti nei quali venivano trucidate, insieme a quelle ebraiche, intere comunità Rom. Dagli anni ’90 ha diretto alcuni progetti di aiuto alle popolazioni Rom nel Kosovo e in Serbia.
Ospite ad Agnone, in una intervista rilasciata a Laura Carosella, alla domanda che idea si è fatto della cittadina altomolisana, rispondeva così: “Mi sono davvero innamorato di Agnone, sono sincero! E’ una cittadina favolosa ed ho particolarmente apprezzato il suo centro storico: i palazzi, i portoni, le botteghe; amo molto questo genere di cose. Le persone sono molto gentili per quello che ho potuto constatare e sono rimasto molto stupito dagli studenti delle scuole superiori con cui ho avuto un incontro. Ho fatto molti convegni presso le università e questi ragazzi avevano molte più domande da pormi rispetto agli studenti universitari, erano totalmente coinvolti ed interessati alle mie parole, alle mie esperienze, a ciò che raccontavo loro. Nonostante si trattasse di un argomento piuttosto difficile e drammatico, avevo l’attenzione di ogni singolo ragazzo. Ne sono rimasto impressionato e mi sono entrati davvero nel cuore. I ragazzi dell’Istituto Alberghiero, inoltre, mi hanno addirittura preparato, insieme ai loro insegnanti, un ottimo pranzo che non dimenticherò di certo. Vorrei davvero tornare in futuro, tornare a vedere la fonderia Marinelli che oggi mi ha fatto uno splendido dono e magari, perché no, scrivere anche un libro di poesie su questa bellissima città e sulla sua storia”.
(nella foto Paul Polansky insieme all’indimenticato Carlo Misischia)