«La Provincia di Isernia ha finalmente attenzionato quello che rimaneva, tra buche, cedimenti localizzati e rappezzi, di uno degli ingressi al paese. Il medesimo intervento è stato eseguito anche nel tratto di Rio Verde, insieme ad altri interventi minori fino al bivio Colonnette». E’ il commento del sindaco di Pescopennataro, Carmen Carfagna, alla realizzazione del manto stradale in un tratto di provinciale che conduce nel piccolo centro dell’Alto Molise. Quello che potrebbe apparire come una critica, da parte della sindaca, all’indirizzo della Provincia di Isernia, con quel «finalmente» che sa di polemica, in realtà è un ringraziamento al presidente Alfredo Ricci e al comparto tecnico dell’ente.
«Miracolo!, diranno alcuni. – continua infatti la sindaca – Si sono sprecati!, diranno altri. Può darsi abbiano ragione loro, ma mi piace pensare che, come già avvenuto a dicembre per la chiusura temporanea della SP84, anche stavolta il dialogo e la collaborazione tra enti si siano rivelati fondamentali. Il Comune di Pescopennataro ha ritrovato nei rappresentanti della Provincia di Isernia degli interlocutori attenti, trasparenti e credibili. Ed io ne sono contenta».
E fin qui tutto bene madama la marchesa, ma il problema, rispetto alla viabilità dell’Alto Molise, è sempre rappresentato dalla perdurante chiusura del viadotto Sente, quello che collegava la parte del Molise con l’Alto Vastese e con la fondovalle Trigno. Chiuso da oltre due anni per un «imminente rischio crollo» che non si è affatto verificato, il gigantesco ponte resta in attesa degli interventi di messa in sicurezza alla famosa terza pila, quella che ha subito una roto-traslazione che ha messo in pericolo l’intera tenuta statica della struttura. Dopo un lungo tira e molla tra Anas, Ministero per le infrastrutture e la Provincia di Isernia, quest’ultima ente proprietario dell’opera, si è addivenuti ad un accordo che prevede il passaggio di consegne del viadotto, almeno per quanto riguarda la messa in sicurezza, nelle mani dell’Anas. I due milioni di euro trovati, quasi come un coniglio dal cilindro, dall’allora ministro Toninelli, spinto e pressato dalla onorevole Grippa e dal collega Federico del Movimento 5 Stelle, saranno sufficienti appena a coprire le spese progettuali, perché in sede di Provveditorato alle opere pubbliche è venuto fuori che qualora si fosse sistemata la terza pila, la struttura non avrebbe potuto tornare ad essere funzionale per motivi di sicurezza statica.
Ad oggi né Anas, nè la Provincia di Isernia, aprono bocca sulle fasi progettuali e soprattutto sulla tempistica. L’iter sembra lungo e l’isolamento territoriale, sociale e soprattutto economico dell’Alto Molise si acuisce sempre più. L’unica cosa certa è che il ponte tra Belmonte del Sannio e Castiglione Messer Marino resta chiuso al traffico, almeno ufficialmente, perché più di qualcuno, stanco di aspettare, ha rimosso le transenne e transita abusivamente su quella struttura «ad imminente rischio crollo».
Francesco Bottone