Questa volta hanno preso di mira un’attività commerciale particolare ed hanno fatto leva sul fatto che difficilmente si pensa che qualcuno possa sfruttare addirittura la morte di un individuo per mettere a segno una truffa.
È la metà di febbraio, quando un’impresa funebre del Chietino riceve telefonicamente la richiesta di una donna che dice di avere la mamma in fin di vita e che, a breve, dovrà organizzare il funerale. Fornisce tutte le informazioni necessarie e con la proprietaria dell’impresa si accorda di dare in acconto duemila euro.
Qui cominciano i problemi: la donna al telefono prospetta alcune difficoltà di pagamento tramite bonifico perché il fratello, che dovrà contribuire alla spesa, è un “cattivo pagatore”, dunque necessariamente deve anticipare la somma tramite la ricarica di una carta prepagata. Per fare ciò, invita l’impresaria a recarsi con la propria carta bancomat alla più vicina agenzia e a digitare alcuni codici che poi le serviranno per la stampa di un vaglia di accredito, che poi dovrà presentare all’interno dell’istituto di credito per l’immediato ritiro del denaro contante. Purtroppo i quattro codici altro non sono in realtà che seriali di carte prepagate sulle quali la vittima versa circa duemila euro. Quando si accorge di essere stata truffata ormai è troppo tardi e non le rimane che andare dai Carabinieri a denunciare l’accaduto.
I militari, risalendo agli intestatari delle carte e concludendo altri accertamenti, riescono a denunciare tre persone con precedenti specifici: un 50enne di Sambuceto, un 25enne campano e una 30enne di Montesilvano, che ora dovranno rispondere di truffa alla Procura di Chieti.