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  • Emergenza cinghiali, il direttore della Cia Molise: «Serve l’intervento dell’Esercito»

    «Quella degli ungulati è da tempo diventata un’emergenza. Con oltre 40mila capi presenti sul territorio regionale e il cui numero cresce in maniera esponenziale, la loro presenza non è più solo una problematica da risolvere, con azioni singole e sporadiche».

    A riferirlo è il direttore della Cia agricoltori italiani del Molise, Donato Campolieti, che lo scorso 15 luglio, ha partecipato, unitamente alle altre associazioni di categoria, alle Forze dell’Ordine, Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Polizia Stradale, Carabinieri Forestali, alle Istituzioni, al sindaco di Campobasso, al presidente della provincia di Campobasso, all’Anci e all’Anas, all’incontro, presso la Prefettura del capoluogo, per affrontare il tema dei cinghiali in città. Non è la prima volta che il direttore Campolieti lancia l’allarme e l’appello alle Istituzioni affinché si concertassero interventi congiunti e in contemporanea sull’intero territorio regionale. L’emergenza non è circoscritta alla sola città capoluogo, nasce dalle campagne e si sposta nelle aree urbane di ogni singolo comune molisano.

    «Sono anni – sottolinea il direttore della Cia Molise – che gli agricoltori subiscono danni alle colture, limitando di fatto la libertà di fare impresa e scoraggiando qualsiasi indirizzo produttivo. Il numero degli ungulati – spiega ancora il direttore della Cia Molise – rappresenta il 10% della popolazione molisana e la sua crescita è inversamente proporzionale a quella degli stessi molisani, che purtroppo continua a diminuire. Non intervenire con azioni sinergiche e immediate, significa dare la possibilità agli animali selvatici di riprodursi, impossessandosi del territorio e comportando l’abbandono da parte degli stessi agricoltori stanchi di lottare”». Una posizione quella del direttore Campolieti molto critica, che vede la Cia da anni lottare accanto agli agricoltori e agli allevatori. La risoluzione dell’emergenza – per la Cia Molise – non è più rinviabile. Il pericolo si sta sposando anche verso le aree più urbanizzate, con serie difficoltà per gli automobilisti e per l’incolumità delle persone. Si registrano, infatti, numerosi incontri ravvicinati nei parchi o a ridosso delle abitazioni. Pare che gli animali non abbiano più paura della presenza umana.

    «E’ chiaro – continua Campolieti – di essere giunti ad un punto di non ritorno. Non bastano più semplici interventi localizzati, recinzioni rinforzate, azioni di selecontrollo, narcotizzazioni o catture. Occorre intervenire con logiche militari di difesa ed è per questo che si rende necessaria la presenza, sull’intero territorio molisano, di militari esperti, gli unici in grado di contribuire ad arginare, con capacità, diligenza e tempestività, l’emergenza, agendo soprattutto con azioni nelle aree rurali. Tutto ciò potrà riconsegnare, nel medio tempo, un equilibrio del numero degli animali e della biodiversità, nonché ridare il diritto gli agricoltori a produrre e la giusta serenità alla popolazione».

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