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  • Caccia vietata «per cento metri a destra e sinistra dei fiumi», EnalCaccia solleva il problema

    Divieto di praticare la caccia «per cento metri a destra e sinistra dei fiumi», EnalCaccia chiede spiegazioni alla Regione Abruzzo. Una nota siglata dal delegato regionale dell’associazione venatoria, Pasquale Di Marco, è stata indirizzata agli uffici competenti della Regione Abruzzo, in merito ad alcuni divieti contenuti nell’ultima versione del calendario venatorio approvato dalla Giunta Marsilio-Imprudente.

    EnalCaccia fa notare «l’imposizione di un divieto generale di esercizio dell’attività venatoria “per cento metri a destra e sinistra dei fiumi”, che, oltre a non essere contemplato dalle norme vigenti, appare fortemente preclusivo per l’esercizio dell’attività venatoria in generale». «Quand’anche la Regione Abruzzo abbia omesso l’istituzione di zone di protezione lungo le rotte di migrazione dell’avifauna, così come sostenuto dal Tar Abruzzo, – spiega il delegato Di Marco – la sanzione relativa contemplata dalla stessa norma impone la preclusione della caccia rispetto alle foci dei fiumi esclusivamente per cinquecento metri dalla costa, non anche a cento metri a destra e sinistra dei fiumi».

    In sostanza la Regione avrebbe fatto l’ennesimo pasticcio, rendendo ancor più difficile la vita ai cacciatori. Stando così le cose, infatti, la cacia sarebbe vietata a destra e sinistra dei fiumi non solo a mezzo chilometro dalla foce, ma lungo tutto i corsi d’acqua. Questa almeno l’interpretazione di EnalCaccia. «Si chiede pertanto di conoscere – chiude Di Marco – le ragioni che legittimano tale divieto, fortemente preclusivo delle ragioni di chi legittimamente esercita l’attività venatoria».

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