Settimana corta o a lezione anche il sabato, questo è il dilemma che attanaglia la popolazione scolastica di Agnone e dell’Alto Molise. Un problema che riguarda non solo le scuole, ma anche i Comuni, perché sono gli enti che devono assicurare il trasporto scolastico e tutte le attività che attingono dal bacino di giovani rappresentato dagli studenti, quindi piscina, scuola calcio e via elencando. Trovare un accordo unanime tra dirigenza scolastica, corpo docente, famiglie degli alunni, sindaci e alunni stessi è un’impresa al limite delle umane possibilità. E dopo le polemiche dei giorni scorsi, rimbalzate anche sulla stampa locale e su queste colonne in particolare, interviene nel dibattito in merito alla «articolazione didattica e organizzativa settimanale su cinque giorni», altrimenti detta settimana corta, proprio l’istituto omnicomprensivo “G.N. D’Agnillo”. Che però, con un’astuzia diplomatica e comunicativa, lo fa non con una nota ufficiale della dirigente, bensì con un comunicato firmato testualmente “La redazione del D’Agnillo News“.
«Alla luce di alcune notizie riportate dagli organi di stampa, – si legge nella nota inviata dalla scuola alla nostra redazione – preme precisare alcune considerazioni. L’istituto omnicomprensivo “G.N. D’Agnillo” di Agnone ha iniziato, negli ultimi anni, un profondo processo di rinnovamento dell’offerta didattica che a causa della pandemia ha subito dei rallentamenti, ma non può fermarsi. Al rinnovamento dei laboratori, dei locali dell’Alberghiero, degli spazi didattici degli istituti superiori, al consistente ampliamento delle attrezzature scientifiche-informatiche, riteniamo che occorra affiancare un diverso approccio della didattica. Il corpo docente, all’unanimità, ha espresso la convinta adesione alla riformulazione del “tempo scuola” che coinvolge i nostri studenti, attori principali della scuola, in un rinnovato patto educativo incentrato esclusivamente sui loro bisogni. – continua la nota di replica alle polemiche dei giorni scorsi – Si tratta di un processo articolato, graduale, che impegnerà tutta la comunità scolastica con il personale proteso in un forte processo di formazione professionale. In questa ottica la dirigenza, con l’unanime appoggio del Collegio dei docenti, ha formulato una proposta didattica articolata su cinque giorni di lezione, dal lunedì al venerdì. Preme precisare che tale modello organizzativo non comporta alcuna variazione di trasporti, se non minima e, fondamentalmente, non stravolgerà gli orari di ingresso e di uscita degli alunni che saranno modificati solo di alcuni minuti».
Anzi, a dirla tutta, il sabato senza lezioni significherà un giorno in meno di trasporto scolastico da assicurare da parte dei Comuni che così magari potranno offrire quel servizio di pubblica utilità ad altre “agenzie” formative, quali la scuola calcio, solo per fare un esempio, che attira piccoli atleti anche da Castiglione Messer Marino, Schiavi di Abruzzo e Montazzoli nell’Alto Vastese. «E’ nostra convinzione – riprendono dalla scuola – che tale organizzazione, non solo consentirà di ampliare la partecipazione degli studenti ad ulteriori progetti formativi, ma garantirà ulteriore tempo libero che i nostri alunni potranno, in sintonia con le famiglie, dedicare ad attività ricreative, sportive e sociali». Il vero problema è che la scuola, spesso, viene interpretata dalle famiglie come una sorta di parcheggio: se stanno in aula i figli non creano problemi né sono fonte di impegni per i genitori. Se, viceversa, hanno più tempo libero per fare sport o altre attività, c’è poi bisogno che i genitori li accompagnino. Ecco, quindi, l’opposizione preconcetta alla settimana corta. Come se trascorrere più tempo possibile a scuola avesse un riscontro positivo in termini di formazione culturale.
«Ovviamente – aggiungono dall’istituto, quasi a prevenire questa obiezione – questo processo ci vedrà entusiasticamente proiettati nella costruzione di sinergie con le associazioni culturali e sportive presenti sul territorio al fine di impiegare diversamente la giornata del sabato, cosa che al momento è preclusa. La dirigenza ha adottato, in piena trasparenza, tutte le accortezze per elaborare, nel rispetto della normativa, tale rimodulazione e solo il rispetto che si deve ad un’istituzione sacra come è la scuola, ha impedito di socializzare notizie che avrebbero potuto essere fraintese e strumentalizzate. – continuano dall’istituto, quasi a bacchettare i giornalisti che invece hanno reso pubblica la vicenda alimentando il dibattito prima ancora che le polemiche – Pertanto, ci apprestiamo nell’immediatezza, a veicolare le dovute informazioni ai genitori, per il tramite dei loro rappresentati, dopo aver condiviso l’iniziativa con gli alunni stessi. Consapevoli che una tale proposta non potrà mai avere unanimità di consenso, siamo decisi ad intraprendere questa strada supportati dai numerosi incoraggiamenti pervenuti da tantissime famiglie. Esperiti gli ultimi adempimenti amministrativi, sarà nostra cura ufficializzare la nostra proposta in modo dettagliato».
Caterina d’Alba