Dieci mesi. E’ il lasso di tempo indicato da Anas e dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, per bocca dello stesso titolare del dicastero Matteo Salvini, per procedere alla messa in sicurezza del viadotto Sente e consentirne la riapertura al traffico. Dieci mesi, che saranno almeno dodici in realtà, ad essere ottimisti, e che tuttavia sono troppi considerando le continue modificazioni che si registrano sul manto stradale dell’unica via alternativa, la ex statale Istonia appunto.
L’arteria è rimasta abbandonata per trent’anni, salvo portare utile e addirittura strategica dopo l’inopinata chiusura al traffico del viadotto “Longo”, quello che collegava l’Alto Molise all’Alto Vastese. Dalla sera alla mattina, dopo qualche lavoro di adeguamento, la vecchia “mulattiera“, come è stato ribattezzato il tracciato che dall’abitato di Castiglione conduce in localtà Secolare, alle porte di Agnone, attraversando in quota il territorio comunale di Belmonte del Sannio, è stata riaperta al traffico, proprio per non interrompere del tutto i collegamenti da e per l’Alto Molise.
Sarà anche per via delle abbondanti e ininterrotte piogge degli ultimi mesi, e in parte anche a causa dell’aumentato volume di traffico, visto che in precedenza era attraversata solo da mandrie di bestiamo al pascolo e da qualche trattore, certo è che la sede stradale, in alcuni punti dell’ex statale Istonia, sta subendo continui e visibili trasformazioni. Il tratto che desta maggiori preoccupazioni è quello appena dopo il confine regionale tra Abruzzo e Molise, sul territorio di Belmonte del Sannio, cinquanta metri, ma anche meno, oltre il vecchio ponte sul Sente. Le immagini pubblicate rendono bene l’idea del movimento in atto. Le briglie e i gabbioni di contenimento a monte stanno facendo registrare, con il passare dei giorni, una preoccupante modificazione della struttura e della forma.
La terra, intrisa d’acqua, spinge e “cammina”, si muove, causando di conseguenza un evidente abbassamento della sede stradale. In quel tratto c’è un dislivello di quasi un metro e la situazione è in continuo peggioramento. Al momento non c’è traccia di alcun interessamento da parte della Provincia di Isernia, ente titolare e gestore di quel tratto di strada che ricade sul territorio comunale di Belmonte del Sannio. In realtà più in quota, nei giorni scorsi, è apparso un mezzo meccanico solitamente utilizzato per effettuare dei carotaggi in profondità, forse proprio per verificare l’eventuale presenza di acqua che innescherebbe dei movimenti franosi. Più in basso, invece, appena al di là del piccolo ponte sul Sente che segna il confine territoriale tra due Comuni e due regioni, non si registrano monitoraggi di sorta. Non è stato apposto nemmeno un segnale di pericolo, mentre la sede stradale continua ad abbassarsi.
Se le piogge torrenziali e violente delle ultime settimane dovessero continuare ancora nei prossimi giorni, il rischio concreto è che quel movimento franoso possa causare l’interruzione della ex statale e la conseguente chiusura al traffico per motivi di sicurezza. A quel punto l’isolamento dell’Alto Molise sarebbe quasi completo, con Agnone e gli altri centri montani raggiungibili solo dalla fondovalle del Verrino. Dieci mesi, quelli individuati per la riapertura del viadotto “Longo”, sono troppi visto lo stato e le continue modificazioni che si registrano sulla ex statale Istonia. La “mulattiera” non può attendere dieci mesi, non ha tutto quel tempo…
Francesco Bottone