Sembra quasi di avvertire già il profumo e sentire in lontananza il crepitio delle braci. L’evento gastronomico più atteso e probabilmente anche più noto dell’Alto Molise è ai nastri di partenza. Come ogni anno, fatta salva la parentesi pandemica, Capracotta diventa un immenso braciere, una cucina da campo dove vengono riportate alla luce e perpetuate nel tempo e alle future generazioni le antiche ricette dei pastori transumanti.
E’ la Pezzata, momento clou dell’estate capracottese, in grado di attirare ogni anno sui monti dell’Alto Molise migliaia e migliaia di turisti ed estimatori di carne ovina. E la Pezzata non è banalmente una sagra, è infatti la celebrazione della tradizione agro silvo pastorale di un tempo. La legna dal bosco, le carni delle pecore al pascolo in quota, il ciclo della vita, la catena alimentare, l’allevamento per sostentamento e non per lucro, l’utilizzo delle biomasse. Si potrebbe scrivere un trattato sulla Pezzata o parlarne per giorni nel corso di un convegno.
E’ davvero una festa della montagna, come si legge sul manifesto di lancio dell’iniziativa. La macchina organizzativa, coordinata dalla Pro Loco e dal Comune, è in pieno fermento, pronta ad accogliere, domenica 6 agosto, e gestire logisticamente, nonché sfamare e far divertire, decine di migliaia di “gastronauti” provenienti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero.