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  • Greco e Primiani (M5S): “Pos 2025 – 2027, colpo mortale per la sanità pubblica regionale” (video)

    È inaccettabile che i consiglieri regionali siano costretti ad apprendere dalla stampa i contenuti della bozza del Piano Operativo Sanitario che i commissari hanno già trasmesso a Roma. Il Consiglio regionale viene ancora una volta calpestato, ridotto a un ruolo marginale e tenuto all’oscuro di decisioni che incidono sulla vita di tutti i cittadini molisani. Ciò che sta accadendo rappresenta il colpo finale a un processo di demolizione della sanità pubblica iniziato con il commissariamento del 2014 e mai interrotto. Un disegno che ha privato progressivamente i cittadini di servizi, che ha aumentato le tasse e che ha favorito il trasferimento delle cure verso strutture private o fuori regione. I commissari non sono figure neutrali: sono espressione diretta del centrodestra. La logica politica è sempre la stessa: ridimensionare definitivamente la rete ospedaliera pubblica del Molise.

    Così i consiglieri del M5S, Andrea Greco e Angelo Primiani durante la conferenza stampa convocata questa mattina nella sala biblioteca del Consiglio regionale a Campobasso.

    “La vicenda dell’ospedale “Caracciolo” di Agnone, unico presidio di area disagiata riconosciuto dal DM 70 e quindi legittimamente mantenibile senza deroghe, è emblematica. Si sceglie di chiudere l’unico ospedale montano, fondamentale per l’Alto Molise, adducendo come motivazione la mancanza di personale, frutto del blocco del turnover imposto da Roma. In realtà – hanno tuonato Greco e Primiani – si è voluto scientemente svuotare il presidio, privarlo di reparti e servizi, fino a trasformarlo in una scatola vuota, improduttiva, per esibirne la chiusura come vanto davanti al Ministero. È stato consumato un vero delitto perfetto: prima si tolgono funzioni, poi si dichiara l’ospedale improduttivo, infine lo si chiude. Un’operazione che non ha nulla a che fare con la programmazione, ma è lo smantellamento puro e semplice di un diritto fondamentale”.

    “Dopo Agnone, la ‘prossima vittima’ sarà il Veneziale di Isernia – hanno aggiunto – L’emodinamica, servizio vitale per un vasto bacino di utenza, viene mantenuta solo in via sperimentale per 18 mesi: un rinvio che suona come preludio alla chiusura. Alla fine di quel periodo si dirà che il servizio è troppo costoso e si procederà al ridimensionamento. Così mezzo Molise rischia di restare senza copertura in un settore cruciale come la cardiologia d’urgenza”.

    Ed ancora: “Un altro punto critico riguarda il territorio. Nella bozza del POS viene prevista la riduzione drastica delle guardie mediche, rimandando la presa in carico dei pazienti a una rete di medicina territoriale che nei fatti non esiste. Si parla di Case della salute, ma dove sono? Dove dovrebbero esserci guardie mediche, poliambulatori e servizi di base oggi non c’è nulla. E se smantelliamo le guardie mediche senza avere alternative, i cittadini saranno costretti a intasare i Pronto soccorso anche per problemi banali. Non ci si può poi lamentare se il 70% degli accessi è costituito da codici bianchi”.

    Poi dito puntato sulla sanità privata convenzionata. “A fronte di un ridimensionamento della sanità pubblica, non solo non si assiste a un contenimento della spesa, ma addirittura si continua a incrementare quella rivolta ai privati. Nonostante nei documenti si parli di riduzione del 10% delle prestazioni acquistate, la realtà racconta un’altra verità: il budget per i privati è passato da 101 a 102 milioni di euro e la rete Ictus è stata affidata alle cliniche convenzionate senza alcun limite di spesa. Come se non bastasse i contratti vengono firmati a settembre, quando l’anno è già finito: una gestione paradossale che certifica ritardi e inefficienze e che ricade solo ed esclusivamente sulle spalle dei cittadini molisani”.

    “Il commissariamento – hanno rimarcato Greco e Primiani – si rivela dunque un fallimento conclamato. Dopo quattordici anni abbiamo una sanità pubblica non più attrattiva né per i cittadini né per i professionisti. La mobilità passiva resta altissima: 70 milioni l’anno per prestazioni di bassa complessità che dovrebbero essere garantite in Molise ma che i nostri concittadini sono costretti a cercare fuori regione. Il POS non offre alcuna ricetta per colmare queste lacune. Non ci sono indicatori di riduzione del debito, non c’è una strategia per rendere competitivo il sistema pubblico. L’unico risultato concreto è l’aumento delle tasse, con i molisani che pagano le aliquote più alte d’Italia”.

    “E che dire dell’integrazione del Cardarelli con l’ex Cattolica? Nel documento si parla di ipotesi senza che si spieghi come procedere concretamente. Insomma: il nulla assoluto nonostante si è di fronte alla struttura pubblica più importante del Molise. Di fronte a questo scenario, annunciamo battaglia in Consiglio regionale. Chiederemo audizioni immediate ai commissari Bonamico e Di Giacomo in IV Commissione per illustrare punto per punto le scelte contenute nel POS e solleciteremo un pronunciamento dell’Aula per esprimere un indirizzo politico chiaro. Non possiamo più accettare supinamente scelte prese nelle segrete stanze dei ministeri. Questa non è una battaglia politica, ma una questione di sopravvivenza per il Molise. Chiediamo ai sindaci e ai cittadini di alzare la voce e difendere il diritto alla salute, perché non si tratta di programmazione, ma di demolizione della sanità pubblica” hanno concluso Greco e Primiani.

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