di Angelo Primiani
La situazione del turismo in Molise è stagnante. Secondo i dati pubblicati dalla Camera di Commercio del Molise all’inizio della stagione estiva, il settore mostra timidi segnali di ripresa, dovuti all’effetto congiunturale post Covid, ma resta ancora fortemente distante dalla media nazionale, dove il turismo è tornato a essere trainante per l’economia.
Dall’analisi emerge che il comparto turistico in Molise è ancora caratterizzato da una marcata stagionalità e dalla difficoltà di reperire personale qualificato, in grado di far fronte a una domanda turistica sempre più esigente e orientata a nicchie specifiche.

In questo contesto, sono ormai due anni e mezzo che il governo regionale si muove a tentoni. Nessuna politica di sviluppo incisiva, ma solo azioni di ordinaria amministrazione caratterizzata da risorse sparse senza criteri che denotino un minimo di visione.
Emblematica, in tal senso, è la vicenda che riguarda il recente bando a sostegno di società ed enti di promozione culturale e turistica: procedure confuse, mancanza di trasparenza e una graduatoria pubblicata addirittura prima di completare le verifiche previste dallo stesso avviso pubblico.
Il problema, però, è più ampio e andrebbe affrontato seguendo la strategia che la stessa Regione Molise aveva individuato nel Piano strategico del turismo, approvato nel 2019, del quale oggi si è persa ogni traccia.
In una regione carente sotto il profilo dei servizi turistici di base, della formazione degli operatori e caratterizzata da un turismo ancora fortemente stagionale, bisognerebbe individuare e sostenere azioni concrete per colmare questo gap. E gli strumenti ci sarebbero, ma vengono sistematicamente ignorati a favore di una più semplice – ed elettoralmente più appagante – politica di erogazioni “a pioggia”.

Non a caso resta totalmente inattuata la legge regionale n. 20 del 2022, che valorizza le associazioni Pro Loco nelle politiche di promozione locale. Da tre anni, ormai, la Giunta non pubblica il bando per sostenerne le attività. Nessun passo in avanti nemmeno su uno degli obiettivi più ambiziosi che la Regione si era data: creare una rete capillare di punti comunali di informazione e accoglienza turistica.
A tre anni dall’approvazione della legge, nessun regolamento è stato adottato, nessun info point è stato aperto, nessun operatore è stato formato. Eppure il progetto normativo era ambizioso e avrebbe permesso alla Regione di intervenire proprio su quei punti che sia il Piano strategico, sia la Camera di Commercio del Molise, individuano come carenti: la destagionalizzazione dell’offerta turistica e la formazione degli operatori.
Dall’attuale esecutivo emerge, ancora una volta – e la conferma si ha anche dal recente bando del Fondo Unico Nazionale Turismo (FUNT) – che vi è un’unica esigenza: distribuire le risorse sul territorio senza premiare la qualità delle iniziative, la sostenibilità e l’effetto moltiplicatore.
Messi insieme, questi elementi raccontano una gestione priva di esperienza e di progettualità, dove il turismo è trattato più come un “contentino politico” che come un settore da rilanciare. Il messaggio è chiaro: il Molise ha bisogno di una volontà concreta di investire nella valorizzazione del proprio patrimonio, materiale e immateriale. Solo così turismo vorrà dire lavoro, sviluppo e futuro; gestirlo superficialmente, invece, significa bruciare un’occasione congiunturale favorevole e perdere la possibilità di far crescere davvero la nostra regione.