«La politica è chiamata a fare delle scelte forti, sane e coraggiose, per offrire il meglio dei servizi sanitari sul territorio. Purtroppo la sanità è stata regionalizzata e non in tutte le Regioni c’è una buona sanità». Ha esordito così il consigliere regionale Alessio Monaco, sindaco di Rosello, ospite l’altra sera della trasmissione “Inside Abruzzo“.

L’esponente politico di opposizione in Consiglio regionale è stato il promotore della risoluzione, che porta il suo nome appunto, che impegna la Giunta regionale a guida Marco Marsilio ad intervenire con urgenza presso la Regione Molise e il Ministero della Salute per rappresentare l’interesse dei territori abruzzesi confinanti a mantenere l’ospedale “Caracciolo” di Agnone come presidio sanitario operativo e funzionale. Passaggio cruciale della risoluzione, votata all’unanimità in Commissione, è quello che impegna Marsilio a promuovere un «accordo di confine interregionale Abruzzo-Molise per garantire la fruizione stabile dei servizi sanitari dell’ospedale di Agnone da parte dei cittadini abruzzesi».

Un impegno preciso e puntuale, che non comporterebbe nemmeno troppo “sbattimento” per gli uffici dell’assessorato alla sanità, visto che nel passato quegli accordi di confine erano già stati messi nero su bianco. Basterebbe riprendere quel documento da qualche cassetto o dalla memoria di qualche computer e procedere politicamente con la regione “sorella” guidata sempre dal centrodestra. Dopo il passaggio in Commissione, ora la risoluzione Monaco sta facendo parlare di sé e l’altra sera, appunto, è finita nel palinsesto della trasmissione “Inside Abruzzo”.

«Marsilio è presidente della Regione Abruzzo da sette anni, – ha spiegato il consigliere Monaco in trasmissione – e gli abruzzesi hanno eletto, in un collegio, l’attuale presidente del Consiglio dei ministri. Credo che una “filiera” politica migliore di questa non la si sarebbe potuta immaginare. Stiamo aspettando, ma sinceramente i risultati stentano ad arrivare».

E poi il passaggio in dettaglio sull’ospedale “Caracciolo” di Agnone. «Salvaguardare l’ospedale di Agnone significa salvaguardare il diritto alla salute di tanti cittadini abruzzesi che vivono in montagna e in aree particolarmente disagiate. – ha spiegato Alessio Monaco, che è anche sindaco di Rosello – Paesi dell’entroterra al di sopra dei mille metri di altitudine come Schiavi di Abruzzo, Castiglione Messer Marino i cui cittadini vedrebbero l’alternativa al “Caracciolo” di Agnone nell’ospedale di Vasto che dista più di cinquanta chilometri. L’accordo di confine serve perché la sanità, appunto, non deve conoscere confini. E questo servirebbe a salvaguardare l’ospedale, come struttura, e il diritto alla salute degli abruzzesi. Il “Caracciolo” di Agnone per decenni ha curato non solo i molisani, ma anche gli abruzzesi. E penso che possa essere un esempio, quello degli accordi di confine per il “Caracciolo”, che magari diventi un esempio concreto di buona sanità a tutto vantaggio dei cittadini che vivono nelle aree interne e montane».

Il conduttore ha poi posto all’attenzione del consigliere regionale Monaco i cosiddetti “conti della serva“. Il “Caracciolo” costa undici milioni di euro di denaro pubblico e ne introita un paio o al massimo tre, con uno squilibrio economico passivo importante, ma comunque irrisorio se rapportato alla spesa sanitaria regionale molisana nella sua interezza. Per fare gli accordi di confine, dunque, servono i soldi, che dovranno arrivare dalle casse dell’Abruzzo e del Molise; questa, in sintesi, la domanda del conduttore.

«L’accordo di confine che era stato ipotizzato dall’allora assessore alla sanità Silvio Paolucci, con il governo regionale D’Alfonso e Paolo Di Laura Frattura presidente della Regione Molise, – ha spiegato Monaco – si basava non solo sull’ospedale “Caracciolo”, ma anche sulle postazioni dell’emergenza urgenza sul territorio di confine e sull’interscambio di personale medico sanitario tra le due regioni. Quindi un accordo che prevedeva non solo l’impiego di somme specifiche da ambo le parti, ma anche uno scambio di servizi e personale.

Gli accordi di confine non sono stati sviluppati, neanche a livello nazionale, ma penso che oggi siano una necessità, l’unica strada possibile, per salvaguardare alcune aree delle due regioni che diversamente verrebbero totalmente abbandonate. Da Rosello per arrivare in ospedale a Lanciano ci si impiegano almeno cinquanta minuti, rispetto ai quindici minuti necessari per arrivare al “Caracciolo” di Agnone. Come possiamo immaginare e accettare che la Regione Molise possa declassare un ospedale che offre un servizio sanitario in un’area particolarmente disagiata come l’Alto Molise? Vogliamo davvero accompagnare la montagna non solo verso lo spopolamento, ma anche all’abbandono? Questo va assolutamente evitato, perché è necessario presidiare ancora i piccoli paesi montani e anche il patrimonio culturale ed ambientale custodito in queste realtà».
Francesco Bottone