Zarlenga stia serena, questa foto con Frattura non la diffama.
L’ex vicesindaco di Agnone ha querelato l’Eco per una immagine che la ritrae accanto al governatore Frattura. Il Gip Quaranta dispone l’archiviazione.
A questo punto potrebbe risentirsi e magari querelarla lo stesso governatore Paolo Frattura o magari noi giornalisti stronzi dell’Eco. Noi non lo faremo, stia serena, e probabilmente neanche Frattura, ma almeno ai nostri lettori questa singolare vicenda giudiziaria dobbiamo raccontarla.
Dunque, l’ex vicesindaco di Agnone, Nunzia Zarlenga, mesi fa ci ha querelato per questo articolo, tra l’altro concordato con la medesima:
http://www.ecoaltomolise.net/ospedale-addio-zarlenga-frattura-accoltella-alle-spalle-lalto-molise/
Più precisamente ci ha querelato, non per l’articolo in sé, che tra l’altro è uno scritto di Zarlenga e dunque avrebbe dovuto querelarsi da sola, ma per la foto.
Già, proprio così. La paladina dei diritti costituzionalmente garantiti (noto il suo impegno pubblico in difesa dell’ospedale “Caracciolo”, ndr), la democraticissima Zarlenga, ha querelato il sottoscritto e in solido il direttore dell’Eco, Maurizio D’Ottavio, per aver pubblicato quella foto che la ritrae accanto al governatore del Molise, il povero Frattura.
Come può, una foto con Frattura, essere diffamatoria? Nemmeno se si trattasse di un pericoloso killer seriale o di un sudicio stupratore. E’ solo il governatore dell’inutile Molise, che sarà mai.
Comunque, Zarlenga si è sentita diffamata e lancia in resta, assistita da più legali, si è rivolta alla Procura chiedendo giustizia contro quegli stronzi dell’Eco.
In prima battuta c’è stata l’ovvia richiesta di archiviazione da parte del Pm, alla quale gli studi legali della Zarlenga hanno fatto opposizione. E così la pratica, più di un anno dopo, è arrivata a scomodare il Gip del tribunale di Isernia, la dottoressa Elena Quaranta.
La quale, nei giorni scorsi, ha posto la parola fine alla tragicomica vicenda giudiziaria.
Testualmente il Gip Quaranta scrive (vedi foto a sinistra, ndr):«La richiesta di archiviazione merita accoglimento. La fotografia che si assume diffamatoria è una normale immagine che ritrae la Zarlenga seduta accanto all’attuale presidente della Regione Molise, Frattura, e che non ha di per sé portata diffamatoria; né può assumerla per il mero fatto che le posizioni “latu sensu” politiche della Zarlenga e del Frattura si siano, nel tempo, evolute, da vicine (quali erano all’epoca della fotografia in questione) a contrapposte e che pertanto la Zarlenga non gradisca più essere accostata al Frattura; si tratta di una evoluzione che non può attribuire, con “effetto retroattivo”, carattere diffamatorio ad una fotografia che ritrae un fatto storico realmente accaduto e che viene verosimilmente utilizzata come immagine di repertorio negli articoli di giornale, indicati dalla opponente, in cui si parla del Frattura. Per questi motivi rigetta l’opposizione e dispone l’archiviazione del procedimento».
Ovvio. Archiviato. Un anno di indagini preliminari, delle quali tra l’altro siamo stati informati solo dopo l’opposizione alla prima richiesta di archiviazione, per stabilire un’ovvietà: cioè che una foto accanto a Frattura non può essere diffamatoria.
Un’ovvietà costosa però, perché Zarlenga ci ha trascinati in tribunale e ci ha costretti a difenderci.
C’è evidentemente qualcosa che non va se un giornalista si vede costretto a pagare di tasca propria per la pubblicazione di una foto.
E’ una giustizia intimidatoria e soprattutto ingiusta questa. Non ho commesso alcun reato, ma devo pagarmi l’avvocato.
Se non fosse per la magnanimità dell’avvocato Giuseppe Marinelli (in foto qui in basso, ndr) di Agnone, il direttore D’Ottavio ed io avremmo dovuto affrontare delle spese legali, quantificabili in almeno un migliaio di euro. L’avvocato Marinelli, sia per amicizia personale che per una più alta ed encomiabile questione di principio che attiene alla difesa della libertà di pensiero e di stampa, ci ha infatti difeso gratis. E di questo lo ringraziamo pubblicamente.
Si tratta di un vulnus alla libertà di pensiero o no? A nostro avviso sì e questa vicenda personale dovrebbe essere lo spunto per una riflessione sul tema da fare magari in sede di Ordine dei giornalisti. E infatti abbiamo informato del caso il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Molise, Antonio Lupo, il suo omologo abruzzese, Stefano Pallotta, e anche il presidente nazionale dell’Ordine, Enzo Iacopino.
Francesco Bottone
effebottone@gmail.com
tel: 3282757011