Agnone – Sono passati pochi minuti da quando avuto inizio il consiglio comunale e gli animi si stanno già scaldando. Oggetto dei dissapori il ‘Conto consultivo dell’esercizio finanziario del 2013’.
Mentre, infatti, la minoranza lamenta una carenza di disegni politici che ha fatto spazio a calcoli di mera natura ragionieristica, l’assessore Maurizio Cacciavillani respinge le accuse riportando alla platea quanto, a partire dal suo assessorato, si sia fatto in virtù dell’ottimizzazione di costi. Cacciavillani, difendendo il porta a porta, finito nuovamente sotto accusa per i costi collegati allo start up del progetto, rassicura «Registratemi pure. Posso garantirvi che si avrà un risparmio in bolletta del 30% nel 2015».
Naturalmente, questa promessa non è sufficiente a sciogliere la tensione così il bilancio viene approvato ma la minoranza si oppone e vota contro.
Non trova ostacoli, meno che qualche modifica, il regolamento riguardante la fornitura di servizi in economia che viene accettato e approvato fatta eccezione di alcuni articoli che sono stati modificati in sede di consiglio.
A riportare agitazione in aula, però, il regolamento sulle strade di competenza comunale promosso dall’assessorato capitanato da Daniele Saia che ha motivato il decalogo spiegando: «Questo non è nient’altro che un protocollo di collaborazione tra ente e cittadini al fine di evitare situazioni in cui viene messa a rischio la sicurezza dell’utente. Non si tratta- continua l’assessore- di un documento pensato per sanzionare gli utenti bensì per evitare, con accorgimenti minimi, che ci siano degli ulteriori sprechi di denaro dovuti alla manutenzione delle interpoderali che, spesso, sono danneggiate dalla natura per negligenza dell’utenza».
Il dibattito si protrae concludendosi con l’approvazione della maggioranza. Contrari De Vita, Marcovecchio (che aveva chiesto il rinvio dell’approvazione, ndr) e Mastronardi. Scampamorte, invece, si astiene motivando: «La maggior parte di questi articoli, sono già previsti dal codice stradale. Per me, questo è un regolamento illegale che poteva essere tranquillamente evitato in virtù di altri regolamenti che, a parer mio, avrebbero avuto diritto di precedenza».
Giovanni Giaccio