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  • Cultura, nuove speranze per il parco letterario di Jovine

    AGNONE –  «Ragazzi, voi oggi vedete questa cittadina che lotta con le unghie e con i denti per la sopravvivenza. Ricordatevi però che Agnone non è solo questo. Non dimenticate le vostre radici e cosa sia stato questo paese in passato. E, soprattutto, non smettete di lottare per la salvezza del vostro paese natio». Questo l’appello lanciato da Ida Cimmino, presidente del Centro Studi Alto Molise, ai giovani agnonesi in occasione della presentazione del volume ‘Analisi tematica dell’opera di Jovine’.

    In mattinata, il Csam, con la collaborazione dell’amministrazione comunale e dell’ Isiss Giovanni Paolo I, ha ospitato la psicoterapeuta Margherita Di Fiore autrice del libro che analizza l’operato dello scrittore che da Guardialfiera riuscì a mettere in luce gli effetti dei grandi mutamenti socio-economici sul mezzogiorno.

    «È proprio la capacità di mostrare gli effetti dei grandi cambiamenti sulla popolazione dell’entroterra che rese Jovine un caso unico» spiega il professor Martelli che nel suo intervento si è concentrato sull’importanza del connubio tra storia e letteratura, una connessione troppo spesso dimenticata.

    L’appuntamento, al quale hanno partecipato alcuni degli studenti del Giovanni Paolo I, è stato l’occasione in cui il professor Francesco Paolo Tanzj ha potuto ripercorrere le tristi sorti del parco lettereario: «Il progetto, ambizioso, all’epoca destò l’attenzione di molti» ha spiegato il presidente onorario del Csam «Tuttavia, finiti i finanziamenti europei, i riflettori si sono lentamente spenti e l’iniziativa è fallita. Un peccato per quest’area che avrebbe potuto far fruttare, finalmente, le sue ricchezze culturali». Un’altra storia tutta all’italiana sebbene pare che ci sia un luce in fondo al tunnel: «Armando Sammartino» svela Tanzj alla platea «sta lavorando per riportare in auge il vecchio progetto. Pare che si stia muovendo qualcosa…».

    Spunta fuori un interrogativo: quali effetti può avere un parco letterario su una comunità che rischia di dimenticare le proprie origini?
    A rispondere è la dottoressa Fiore, protagonista della mattinata: «Credo che una risorsa come quella di un parco letterario, possa suscitare l’interesse di tutti, grandi e piccoli.  Una struttura del genere da degli stimoli che possono condurre a grandi risultati. Infatti, solo acquisendo la consapevolezza del passato, si può avere una concezione del presente».

    Giovanni Giaccio

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