AGNONE – È ormai al centro del dibattito l’interessante proposta avanzata da Daniele Saia, assessore all’Agricoltura e al Marketing territoriale che, nei giorni scorsi, ha chiesto che in città venga aperto un istituto agrario.
Quale futuro per l’alto Molise?
È questo uno degli interrogativi che attanaglia le menti di amministratori, imprenditori e cittadini che, negli ultimi anni, convivono con parole come emigrazione e spopolamento. Due vocaboli che, si sa, sono strettamente connessi alla mancanza di lavoro. Impossibile perciò non chiedersi: come creare occupazione?
A fornire una risposta illuminante è stato, qualche giorno fa, Daniele Saia – assessore all’agricoltura e al marketing territoriale – che ha tracciato un quadro ben definito della situazione attuale. Infatti, stando a quanto pubblicato da l’Eco dell’alto Molise online e da Primo Piano, il politico avrebbe asserito: «Mai come in questo momento storico, c’è stata la necessità di orientare i giovani verso la realtà del lavoro ed essendoci in Alto Molise numerose aziende casearie e zootecniche, puntare sulla formazione in questo senso potrebbe rivelarsi una chiave vincente».
Un discorso chiaro e preciso che ha trovato consensi sia nel mondo dell’associazionismo che dell’imprenditoria locale. Difatti, non è tardata ad arrivare la risposta dell’Università delle generazioni che, in una nota a firma di Domenico Lanciano, ha ipotizzato una collaborazione tra l’attuale Istituto Alberghiero e l’auspicato Agrario al fine di promuovere anche una cultura vegetariana; un ente di formazione che punti al futuro, specializzandosi nelle nuove esigenze.
A seguire, un parere positivo anche da Lorenzo Di Pasquo (nella foto), direttore generale dell’omonima azienda casearia: «Tanto tuonò che piovve! È da anni che si paventa un ritorno alla terra ed, oggi, finalmente questa prospettiva sembra diventare sempre più concreta. Credo fermamente che un istituto agrario possa rispondere pienamente alle esigenze del territorio, fornendo le conoscenze adeguate per riattivare tutti i terreni che giacciono abbandonati» ha dichiarato l’imprenditore. «Guardiamoci intorno e scopriremo che è così. Si pensi a Poggio Sannita e a quei campi che potrebbero dare un ottimo vino. Si pensi ad Agnone e alle numerose aziende casearie che necessitano di latte e quindi di stalle. Tutto questo è lavoro, è economia» ha continuato Di Pasquo.
«In tutta onestà, i risultati che il nostro Istituto Tecnico ci sta dando non sono troppo soddisfacenti. Potrebbero nascere officine che fanno pezzi di dettaglio al tornio ma non ne vedo. I nostri ragazzi finiscono a lavorare in fabbrica, spesso trasferendosi perciò: un istituto agrario? Questo sì che potrebbe dare lavoro, aiutando il territorio» ha concluso il manager.