CAMPOBASSO – La legge regionale, il protocollo d’intesa con enti pubblici e privati, la rete antiviolenza, il tavolo di coordinamento e, ora, la proposta di piano triennale: va avanti a passi decisi il percorso intrapreso dalla Regione Molise per il contrasto alla violenza di genere. A comunicare nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che si celebra oggi, l’adozione da parte della Giunta nell’ultima riunione del nuovo e fondamentale atto di programmazione, è il presidente Paolo di Laura Frattura assieme all’assessore alle politiche sociali, Michele Petraroia.
“Avvertendola e vivendola come un’assoluta priorità, abbiamo costruito a più mani una proposta di programmazione regionale incentrata su azioni e interventi mirati a contrastare forme di violenza familiari ed extrafamiliari inaccettabili e purtroppo assai diffuse nel nostro quotidiano”, così Frattura e Petraroia introducono i contenuti del piano regionale di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne.
“È frutto – sottolineano –, di un attento lavoro di concertazione che ci coinvolge tutti nell’impegno a collaborare per la crescita culturale e solidale del nostro territorio. Questo piano è ricco di strumenti importanti e attesi, troppo spesso in silenzio e solitudine disperati, dalle vittime. È il segnale di una vicinanza concreta delle istituzioni nei confronti di tutte coloro che soffrono perché non riconoscono né trovano quei riferimenti di protezione e riscatto che le aiutino ad affrancarsi da soprusi e ingiustizie, in particolare per proteggere e tutelare i loro figli. Con il contributo e la partecipazione di tanti soggetti, istituzionali e non, di assoluta competenza, abbiamo lavorato e lavoriamo per questo: così vogliamo celebrare oggi una giornata che ci pone tutti di fronte a un fenomeno di brutalità umana e sociale. Questo piano per dare aiuto, ma soprattutto nuove prospettive e speranze”.
“Il 20 percento delle risorse stanziate lo destiniamo a finanziare gli interventi per la promozione di azioni di sostegno all’inserimento nel mercato del lavoro e a soluzioni abitative, spesso le condizioni che limitano le donne a riprendersi in mano la propria vita”, spiegano il governatore e il vicepresidente della Regione.
Gli obiettivi indicati nel piano mirano a:
favorire la conoscenza del fenomeno e promuovere iniziative di sensibilizzazione;
avviare un confronto strutturato tra i diversi livelli di governo coinvolti nell’attuazione di interventi, consolidando la collaborazione sul territorio tra la Regione, gli enti locali e gli altri soggetti pubblici e privati al fine di promuovere interventi di prevenzione e concorrere alla formazione di una cultura improntata al rispetto di genere;
incrementare la dotazione di strutture e servizi sul territorio e accrescere le competenze degli operatori pubblici e privati;
garantire l’indipendenza, anche economica, delle vittime di violenza per favorire autonome e consapevoli scelte di vita.
Dieci le linee di intervento necessarie a tutelare le donne vittime di abusi:
monitoraggio, studio del fenomeno, analisi dei dati raccolti e pubblicazione dei risultati per favorire emersione ed entità del fenomeno mediante il lavoro dell’Osservatorio fenomeni sociali della Regione;
informazione e sensibilizzazione territoriale;
prevenzione;
formazione e aggiornamento professionale degli operatori;
presa in carico di casi conclamati e formulazione di percorsi personalizzati;
codice rosa (percorso di accesso ai pronto soccorso di Campobasso, Isernia e Termoli);
tre centri antiviolenza;
casa rifugio;
interventi per promuovere l’indipendenza delle vittime di violenza;
accordi di programma.
Modalità, sviluppo e finalità delle linee di intervento.
Monitoraggio e valutazione. L’analisi della condizione della donna vittima di violenza, maltrattamento e abuso esige un coordinamento a livello regionale per realizzare interventi ed azioni efficaci anche nella considerazione della specificità del fenomeno. L’Osservatorio fenomeni sociali della Regione Molise ha il compito di raccogliere i dati qualitativi e quantitativi sul fenomeno, attraverso la mappatura dei servizi e delle strutture, gli operatori impegnati e i loro fabbisogni formativi; i modelli gestionali utilizzati; il numero delle famiglie a rischio per l’individuazione precoce del disagio sociale e il sostegno necessario, i casi valutati come sospetti; i casi conclamati. Elabora i dati raccolti e procede alla redazione del report di valutazione utile a fornire indicazioni operative per la definizione degli interventi da svilupparsi a livello locale.
Informazione e sensibilizzazione. L’attività sarà orientata alla prevenzione del fenomeno e alla diffusione di conoscenze relative alla possibilità di ricevere sostegno, attraverso la promozione delle attività di sensibilizzazione presso gli istituti scolastici, universitari ed educativo-culturali mediante incontri con operatori impegnati nel settore e attraverso campagne di informazione sui servizi dedicati.
Formazione e aggiornamento professionale degli operatori. La necessità di utilizzare personale in possesso di conoscenze e competenze specifiche impone l’organizzazione di eventi formativi e/o di aggiornamento professionale attraverso il coinvolgimento degli Ordini professionali, dell’Asrem, delle Forze dell’ordine, dell’Ufficio scolastico regionale, dell’Università, delle associazioni di volontariato.
Codice rosa. Il Codice rosa, da attivare presso i pronto soccorso degli ospedali di Campobasso, Isernia e Termoli, identifica un percorso di accesso riservato a tutte le vittime di violenze. Viene assegnato insieme al codice di gravità, da personale formato per riconoscere i segnali, non sempre evidenti, di una violenza subita anche se non dichiarata. Quando viene assegnato un Codice rosa, si attiva il gruppo operativo composto da personale sanitario (medici, infermieri, psicologi) e dalle forze dell’ordine. Il gruppo operativo dà cura e sostegno alla vittima, avvia le procedure di indagine per individuare l’autore della violenza e, se necessario, attiva le strutture territoriali. Per l’accoglienza delle vittime è dedicata una stanza apposita all’interno del pronto soccorso, la Stanza Rosa, dove vengono create le migliori condizioni di accoglienza.
Centro antiviolenza. Eroga servizi di informazione, ascolto, accoglienza a tutela delle donne in difficoltà riguardanti i presidi sanitari, psicologici e legali. Svolge colloqui per l’accoglienza, gestisce una linea telefonica di pronto intervento; offre consulenza psicosociale, socioeducativa, psicoterapeutica e legale con avvocati iscritti all’albo del gratuito patrocinio. Assiste la donna nella ricerca del lavoro e nel reperimento di una adeguata sistemazione alloggiativa. Svolge attività di prevenzione attraverso interventi di formazione e sensibilizzazione rivolte in particolare gli operatori del sistema sociosanitario e della scuola, finalizzati al riconoscimento di maltrattamenti, di abusi e delle violenze ed attività culturali dedicate alla comunità sociale.
Casa Rifugio. Concepita in modo da offrire alle donne e ai loro figli, a titolo gratuito, un luogo sicuro per sottrarsi all’aggressività e ai maltrattamenti dei loro persecutori e intraprendere un percorso evolutivo che, a partire dall’affrancamento dalle condizioni esistenziali del passato, consenta loro di ricostruire la propria vita in autonomia. L’indirizzo della struttura deve essere protetto e segreto. Opera in stretta collaborazione con i Centri antiviolenza presenti sul territorio regionale. Eroga le seguenti prestazioni:
servizi di cura alla persona e sostegno psicologico per il compimento del percorso di affrancamento dal passato, di allontanamento emotivo e materiale, dalla relazione violenta e di costruzione della propria autonomia, di potenziamento delle competenze e della funzione genitoriale;
consulenza legale e attività di orientamento per l’avviamento al lavoro e all’indipendenza economica;
adeguati servizi educativi e di sostegno scolastico nei confronti dei figli minori della vittima.
Interventi per promuovere l’indipendenza delle vittime di violenza. La Regione promuove:
1) percorsi integrati ed individualizzati per l’affrancamento dal passato e la costruzione di una nuova condizione esistenziale;
2) azioni di sostegno alla riqualificazione professionale nel caso di donne con basso titolo di studio, finalizzata all’acquisizione di un livello minimo di competenze per agevolare l’ingresso nel mercato del lavoro;
3) formazione e sostegno alla creazione di impresa;
4) formazione mirata, azioni di sostegno ed incentivi finalizzati all’assunzione;
5) assegnazione case popolari.
Accordi di programma. La Rete antiviolenza collabora:
1) alla programmazione del sistema integrato di servizi e strutture per prevenire e contrastare la violenza di genere;
2) alla raccolta dei dati ed al monitoraggio quali-quantitativo sui bisogni e sui servizi resi ed all’analisi della domanda e dell’offerta assistenziale;
3) al rafforzamento ed implementazione delle attività dei Centri antiviolenza e al potenziamento delle competenze professionali degli operatori;
4) alla promozione di iniziative di informazione e sensibilizzazione sulle attività di contrasto al fenomeno.