Una pagina si chiude, un’altra se ne apre. Il proposito resta immutato: dare una voce libera e scevra da condizionamenti ad un territorio troppo spesso dimenticato, quello dell’Alto Molise e dell’Alto Vastese.
E’ così che nasce il nuovo sito www.ecoaltomolise.net, costola web dell’omonimo cartaceo mensile diretto da Vittorio Labanca ed edito dal Cenacolo Culturale Camillo Carlomagno.
Il tutto concepito dopo un’attenta valutazione e l’esperienza fatta, senza percepire un solo euro, ad altomolise.net, fondato nel 2010 con il collega Francesco Bottone. Una cavalcata fatta di news, approfondimenti, inchieste che in quattro anni ha attirato l’attenzione di migliaia e migliaia di lettori sparsi in tutto il globo. A detta di chi ci ha seguito siamo stati una voce autorevole con il ricordo più bello legato a quando, nella stagione invernale, i giornali cartacei non arrivavano nei paesi dell’entroterra e l’unica fonte di informazione siamo stati noi. Orgogliosi e fieri di averlo fatto in qualsiasi ora del giorno e della notte, spesso in condizioni estreme e tra mille sacrifici, ma sempre con un unico obiettivo: ottemperare a quella missione definita giornalismo.
Adesso mettiamo alle spalle il passato, perché una nuova sfida ci attende con l’entusiasmo, il coraggio, la passione e la trasparenza che ci vedono nuovamente in campo. Con Francesco Bottone, Giovanni Giaccio e Vittorio Labanca siamo qui a metterci ancora una volta la faccia per denunciare, riportare, confrontarci, ascoltare, proporre, intervistare e seguire i fatti che riguardano la nostra terra.
Senza paura riporteremo notizie, soprattutto quelle più scomode. Con servizi audio visivi è nostra intenzione implementare un’offerta che già riscuote i primi consensi e le 1500 visite giornaliere, registrate in pochissimi giorni on line, non sono altro che l’ulteriore dimostrazione.
www.ecoaltomolise.net per noi tutti rappresenta un punto di partenza che, con l’aiuto dei lettori, gli unici ai quali risponderemo, siamo convinti, crescerà nei contenuti.
In ballo c’è il futuro di un territorio che non vuole arrendersi. Lo urliamo ai quattro venti: faremo la nostra parte! Potete scommetterci.
Buona lettura a tutti.
Maurizio d’Ottavio