TORREBRUNA – Caccia: morte di Nicola Costanzo, rinviato a giudizio un cacciatore di Castelguidone.
Questa mattina l’udienza preliminare e la decisione del Gup. Il 22 giugno prossimo la prima udienza del processo penale.
Dovrà rispondere di omicidio colposo il cacciatore di Castelguidone, R. M. le sue iniziali, coinvolto nell’incidente di caccia durante il quale perse la vita un suo compagno di battuta, Nicola Costanzo di Guardiabruna. I fatti risalgono al novembre del 2014.
In agro di Torrebruna, in località Macchioni, era in corso una battuta al cinghiale con il metodo della braccata. L’uomo, un esperto cacciatore, venne attinto accidentalmente al capo da un proiettile di carabina in calibro 30.06 esploso da un suo compagno di squadra.
Le indagini, avviate subito dopo dai Carabinieri, supportate anche dalle perizie balistiche dei Ris dell’Arma, hanno portato a chiedere il rinvio a giudizio, per l’ipotesi di reato di omicidio colposo, del cacciatore di Castelguidone, colui il quale, secondo i riscontri della Procura, avrebbe sparato in direzione dello sventurato compagno.
Il processo penale che partirà a giugno servirà proprio a chiarire se fu proprio l’imputato di Castelguidone a sparare oppure no.
L’imputato è assistito dagli avvocati Giacomo Nicolucci del foro di Lanciano e dallo studio Cerella di Vasto. La famiglia del compianto Costanzo è assistita dall’avvocato Guido Colella.
Nel corso di quella battuta al cinghiale, secondo le indiscrezioni circolate, prima dell’incidente mortale, vennero abbattuti anche dei caprioli, specie particolarmente protetta in Abruzzo. Le carcasse dei due animali, già eviscerati, vennero rinvenute dagli uomini dell’Arma intervenuti a seguito del decesso del cacciatore. Entrambi i caprioli presentavano ferite da palle di carabina e in squadra solo due cacciatori avevano in dotazione quel tipo di armi ad anima rigata quel giorno. Probabilmente dunque un altro procedimento penale, per bracconaggio, riguarderà altri componenti di quella squadra.
Adolfo Corropoli