AGNONE – Due comunità, quelle di Agnone e Capracotta, unite nel dolore per la morte di Osvaldo Pallotta, il 48enne deceduto all’ospedale “Cardarelli” di Campobasso dopo essere stato colpito da ictus emorragico. Due comunità che si interrogano su morte evitabile. All’indomani dell’episodio, verificatosi in contrada Macchia, tra Agnone e Capracotta, in molti parlarono del ritardo nei soccorsi, dell’assenza di un medico radiologo al San Francesco Caracciolo, del trasferimento a Campobasso su un’autoambulanza arrivata da Trivento perché quella del 118 di Agnone era impegnata in altro intervento. Insomma, una vera e propria odissea rimarcata anche dall’esposto – denuncia presentato alla Procura della Repubblica di Isernia dall’amministrazione Marcovecchio. Ma non è tutto. Perché della vicenda restano ancora dei punti neri come ad esempio il mancato intervento dell’elisoccorso o la decisione di trasferire l’uomo a Campobasso anziché in altra struttura. Domande più che legittime dinanzi la morte di un giovane padre di famiglia la cui unica colpa è stata quella di sentirsi male tra le montagne dell’altissimo Molise. Intanto nel pomeriggio, in una chiesa di Sant’Antonio Abate stracolma, l’ultimo saluto ad Osvaldo Pallotta “un uomo generoso, onesto, lavoratore. Un padre di famiglia protettivo nei confronti dei figli e della moglie” il ricordo di don Elio Venditti che ha concelebrato messa con don Onofrio Di Lazzaro e don Francesco Martino. Tra i presenti anche il sindaco di Capracotta, Candido Paglione. Nell’omelia di don Elio nessun riferimento a quanto accaduto se non un “Osvaldo se n’è andato troppo presto”.
Agnone dà l’ultimo saluto a Osvaldo Pallotta
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