SCHIAVI DI ABRUZZO – Una campagna elettorale anomala, singolare se preferite, quella di Schiavi di Abruzzo, con il candidato sindaco Pinnella, lo sfidante di Piluso, che non tiene il comizio di chiusura.
Un solo comizio conclusivo della campagna elettorale, tenuto da Luciano Piluso, sindaco uscente e candidato nuovamente, come al solito, alla carica di primo cittadino di Schiavi di Abruzzo (è sindaco dal 1990, ndr).
L’altro candidato sindaco, Giorgio Pinnella, consigliere di opposizione uscente, ha deciso di tacere, di non fare campagna elettorale, di non tenere comizi in paese, né nelle frazioni e dunque di non chiudere, con il classico comizio del venerdì, una campagna elettorale di fatto mai aperta, mai cominciata.
«Chi vuole votare per noi lo farà anche senza inutili comizi» ha commentato telegrafico il missino Pinnella.
Un atteggiamento che è sintomatico dello strapotere di Piluso, il sindaco a vita di Schiavi di Abruzzo. Non c’è storia, non c’è competizione, non conviene neanche impegnarsi in una campagna elettorale già persa in partenza.
E a modesto avviso di chi scrive non valeva la pena neanche concedere il lusso di un’alternativa al cosiddetto popolo sovrano.
Le elezioni amministrative di domenica sono solo una formalità.
Piluso vincerà con una netta affermazione, probabilmente con uno scarto di voti maggiore rispetto alle consultazioni degli anni scorsi, e sarà sindaco per altri cinque anni. E poi altri cinque. E così via. Fino alla fine dei secoli.
Schiavi. Nomen omen.
Francesco Bottone
effebottone@gmail.com
(nella foto tratta da Facebook, il comizio di chiusura di Piluso)
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