AGNONE – La città di Agnone celebra la giornata del 4 Novembre, ricorrenza dell’Unità d’Italia e festa delle forze Armate. Dopo la sfilata lungo il corso principale di scolaresche e autorità civili e militari, deposta una corona ai monumenti intitolati a Libero Serafini, martire della Repubblica e dei Caduti durante il primo conflitto mondiale. Toccante il discorso del primo cittadino di Agnone (che riportiamo integralmente), Lorenzo Marcovecchio, il quale ha inteso ricordare l’alto valore della Patria e in questo particolare momento le sofferenze delle popolazioni terremotate del Centro Italia e di quanti si adoperano per alleviare il dolore della ferita. Non sono mancate stoccate nei confronti di chi, nel nome della solidarietà, specula su un’altra immane tragedia, ovvero quella dei profughi che continuano a sbarcare sulle coste italiane.
“Anche quest’anno Agnone si ritrova in occasione del 4 Novembre. Anche quest’anno Agnone si ritrova in questa piazza, ai piedi di questo monumento, a celebrare ed a ricordare coloro che arrivarono a sacrificare la vita, non esitarono a combattere pur di difendere i confini della propria patria. In questo giorno, infatti, nel 1918 entrò in vigore l’armistizio di “Villa Giusti” che consentì agli italiani di entrare nei territori di Trento e Trieste e portare a compimento il processo di unificazione iniziato in epoca risorgimentale. Allora l’Italia dimostrò di essere una Nazione, alimentando quel senso di appartenenza con la resistenza sul Grappa e sul Piave fino alle battaglie di Vittorio Veneto. Quel senso di appartenenza che oggi come allora si riscopre ogni qual volta difficoltà e catastrofi naturali colpiscono la nostra terra privando i nostri concittadini degli affetti più cari. Il pensiero, quindi, non può che andare alle popolazioni colpite dal terremoto.
Italiani che hanno visto crollare i sacrifici di una vita ma che non perdono la speranza nel futuro perché sorretti da quella vera solidarietà Nazionale che riaffiora con genuina prepotenza e che si affianca, ancora una volta, a quel senso del dovere e strenue sacrificio che lo Stato, con i suoi uomini e donne, mette in campo per la tutela ed il benessere della propria patria. Oggi che la parola solidarietà è inquinata dal più becero affarismo, oggi che dietro la parola solidarietà si nascondono i più infimi speculatori che non provano vergogna a lucrare sulla pelle di poveri disgraziati, il nostro pensiero ed il nostro ringraziamento deve essere rivolto a quegli uomini e a quelle donne che tra fango e macerie, sotto il sole o la pioggia, indossano la divisa dell’Esercito Italiano, dei Vigili del fuoco, dei Carabinieri o dei tanti volontari, accomunati dalla bandiera tricolore, non si risparmiano e senza sosta portano un aiuto ed un sorriso a chi è in difficoltà. La giornata del 4 Novembre deve significare, quindi, non solo la festa dell’Unità Nazionale e delle forze armate. La giornata del 4 Novembre deve significare la giornata in cui il popolo italiano stringe, in un caloroso abbraccio, i rappresentanti dello Stato ringraziandoli per la presenza, la pazienza, per il sacrificio e per il senso del dovere che giorno dopo giorno contribuiscono a fare dell’Italia un paese migliore.
Viva le forze Armate, Viva l’Italia Unita”.