FURCI – Il 3 novembre 2016, noi ragazzi della Scuola Secondaria di Primo Grado di Furci, insieme a quelli di San Buono, abbiamo partecipato ad una visita didattica al museo geopaleontologico ed al geoparco di Palena. L’occasione per questa uscita è stata fornita dal nuovo insegnante di matematica e scienze, il professor Pitzianti, che è un geologo di Palena e che ha voluto farci conoscere il geosito del suo paese.
Gli obiettivi di questa uscita erano: imparare a rispettare l’ambiente, perché la Terra è una sola; imparare toccando con mano pietre e minerali; sviluppare lo spirito critico, per saper scegliere ciò che ci può essere utile; socializzare e sapersi comportare in gruppo.
Già da tempo avevamo preparato l’uscita, perché il professore in classe ci aveva palato dei vari tipi di rocce e di come si sono formate: ora volevamo vederle e toccarle.
Deciso e preparato tutto, partiamo. Dopo un viaggio più lungo di quanto immaginassimo, siamo arrivati: il professore ci attendeva, abito sportivo, scarpe da trekking e zaino in spalle. Per prima cosa siamo andati al museo e ci siamo fermati nella “sala della conoscenza” che all’uscita diventerà “sala della coscienza”, perché conoscere ha valore solo se serve a cambiare consapevolmente i comportamenti.
Qui c’erano rocce ignee e metamorfiche: le rocce ignee possono essere intrusive o magmatiche; l’attenzione di molti è stata attratta dall’ossidiana, una roccia che, a causa di un processo di raffreddamento molto veloce, si è solidificata, ma non si è cristallizzata. Quindi ci ha spiegato che ogni roccia ha una storia, che i geologi sanno interpretare.
Siamo quindi passati verso l’attrazione maggiore: la zanna del Mammuthus meridionalis, ma per capire che tipo di animale fosse, era necessario possedere un’altra parte del corpo….che fortunatamente c’era: la mandibola, che con i denti piatti ci diceva che era un erbivoro e che aveva triturato quintali di erba per nutrirsi. Abbiamo visto anche i resti di un ippopotamo, trovati sempre in Abruzzo e abbiamo capito che nella nostra regione c’era un ambiente come quello della savana. La chicca del museo, però erano i resti fossili di un coniglio “Il Prolago di Palena”, unico nella zona.
Subito dopo, nella sala”GEOLOGIOCANDO”, ci siamo divertiti con i puzzle di Pangea e della deriva dei continenti, con simulazioni dei movimenti delle placche e delle cause dei terremoti; c’era tanto da imparare e quelli di noi, che avevano il compito di prendere appunti, chiedevano a chi doveva fare foto e video di sostenerli con le immagini.
Usciti dal museo ci siamo recati al Geoparco ed alle sorgenti del fiume Aventino. Il professore ci ha spiegato che l’acqua scorre attraverso le rocce fin quando non trova un terreno adatto per uscire e scendere a valle. Noi abbiamo visto tre polle, ma il professore ha precisato che sono cinque. Lì l’acqua è pura, potabile e fresca a sette gradi, si pescano le trote, ma non si trovano più i gamberetti di fiume, forse perché una lievissima forma di inquinamento è presente anche lì!
Prima di ripartire uno sguardo al geosito delle orchidee spontanee e l’occasione per raccogliere alcuni fossili che il prof ci ha spiegato.
Penso che sia stata una bella uscita e che è valsa la pena di affrontare un viaggio così lungo, perché abbiamo imparato non solo dal punto di vista scolastico, ma anche della vita, infatti un po’ tutti rispetteremo di più l’ambiente, perché, come ci ha detto il professore:” La Terra è unica, come la nostra vita”.
G. Melis, D. Marocco, S. Pachioli