“Pessolano nel suo intervento snocciola un serie di inesattezze. Innanzitutto, non è affatto vero che il regolamento approvato all’epoca del mio assessorato, non sia stato accettato dal mondo venatorio in quanto l’unico Atc che si era rifiutato di adottarlo è proprio l’Atc vastese di cui lo stesso Pessolano è componente”.
E’ quanto dichiara il presidente della Commissione Vigilanza, Mauro Febbo replicando al presidente provinciale dell’Arci Caccia e membro dell’Ambito territoriale di caccia del Vastese, Angelo Pessolano.
“E’ bene sottolineare – spiega Febbo – come le miei osservazioni si riferissero alla passata stagione venatoria nel corso della quale il regolamento è stato strumentalizzato da una parte dei cinghialai dell’area vastese con l’obiettivo di non permettere l’assegnazione delle zone. Le stesse zone che quest’anno, stando a quanto afferma il dirigente dell’Arcicaccia e membro dell’Atc vastese, funzionano. Quindi è evidente che le scelte operate dal mio assessorato si sono rivelate lungimiranti stando ai risultati ottenuti negli altri ATC. Non è vero che l’Atc vastese applica da 2 anni il regolamento ma da 2 stagioni venatorie (la passata e quella in corso). Dobbiamo ricordare che in fase di prima applicazione fu concessa, tramite il calendario venatorio, una deroga da parte dell’assessore Dino Pepe perché l’Atc vastese era l’unico a non aver suddiviso il territorio vocato in macro aree e zone così come previsto dal regolamento vigente. Successivamente, non potendo concedere un’ulteriore proroga alle inadempienze dell’Atc di cui Pessolano è membro, si sono dovuti giocoforza adeguare per evitare il commissariamento. Solo a quel punto le squadre sono entrate in sciopero ed è vero che nessuno può imporre ai cacciatori di svolgere la loro attività ma è pur vero che l’Atc non ha vigilato per verificare che le squadre in sciopero cacciassero ugualmente infischiandosene del regolamento. In fase di stesura del regolamento, con 5 riunioni alla presenza di tutti gli Atc, è emerso che l’80% del mondo venatorio era assolutamente favorevole, tant’è che la maggior parte delle osservazioni, sia del mondo venatorio sia del mondo agricolo, è stata recepita. Trattandosi di una prima applicazione tutto è perfettibile e soprattutto migliorabile, così come sono state apportate delle modifiche lo scorso anno. Concordo, come del resto è dimostrato dall’iter avviato all’epoca del mio assessorato, nel permettere la caccia senza vincoli territoriali, compresi i Parchi, considerando che il cinghiale non conosce confini e proprio nelle aree protette trova il luogo ideale per riprodursi a dismisura”.
“E’ ora che Pessolano la smetta di strumentalizzare il mondo venatorio, piuttosto, visto che ha tanta voglia di esporsi venga a portare le sue ragioni in Terza Commissione quando le associazioni di categorie vengono regolarmente convocate. – aggiunge Febbo – Tra l’altro proprio durante l’ultima commissione gli stessi cacciatori che prima contestavano la mia iniziativa sul regolamento, si sono opposti alle modifiche dello stesso proposte dall’assessore Pepe. In Commissione però venga preparato quando invoca una deroga della caccia al cinghiale fino al 31 gennaio commette un clamoroso errore: dovrebbe sapere che non è possibile il prolungamento della caccia al cinghiale in braccata oltre i 3 mesi perché lo impone la Legislazione nazionale. Quando ero io assessore l’ho fatto, ma la Legge regionale fu dichiarata incostituzionale”.