Se come testata giornalistica eravamo convinti di aver sposato una causa buona e giusta, quella di impegnarci per salvaguardare i servizi offerti dalla casa di riposo di San Bernardino, oggi lo siamo ancor di più. Decisi ad andare avanti con la campagna di sensibilizzazione che, dopo la stupenda manifestazione dell’Italo Argentino, partorirà altre iniziative a favore della struttura. Agli avvoltoi che in queste ore stanno provando in tutti i modi di fare pressioni sulle istituzioni affinché la casa chiuda, diciamo di rassegnarsi o quanto meno mettersi l’anima in pace. Il perché è racchiuso in due semplici motivi. Il primo vuole l’imminente partenza dei nuovi lavori che renderanno la struttura più sicura, agibile e accogliente; il secondo dettato da una volontà popolare inequivocabile. Ovvero quella di stare dalla parte di San Bernardino che con i suoi lavoratori rappresenta un patrimonio di umanità e professionalità, oltre ad essere un pezzo di storia cittadina custode, con i suoi nonni, di cultura, tradizioni e affetti. Mai avremmo pensato che qualcuno potesse remare contro una simile realtà. Eppure, documenti alla mano, abbiamo dovuto ricrederci. A dimostrazione che nella vita le sorprese non finiscono mai. Soprattutto quando in ballo ci sono interessi economici che quasi sempre prendono il sopravvento sul resto, anche sugli indifesi e più deboli. E’ così che oggi occorre moltiplicare gli sforzi per poter tarpare le ali sul nascere agli avvoltoi, i quali, in barba a qualsiasi concetto, stanno tentando di mettere i bastoni tra le ruote a chi, tra mille difficoltà e sacrifici porta avanti un’offerta riconosciuta da più parti ottimale. A questi personaggi di bassa lega diciamo solo di stare sereni perché, piaccia o meno, San Bernardino continuerà nel prendersi cura di anziani spesso soli che non desiderano altro di vivere il resto dei loro giorni nella grande comunità fondata da don Gennaro Di Nucci.
di Maurizio d’Ottavio