IN MERITO alle polemiche innescate dal dibattito circa l’efficacia della braccata rispetto al contenimento della specie cinghiale, riceviamo da Angelo Possolano, presidente provinciale di Chieti dell’ArciCaccia, e pubblichiamo la seguente nota esplicativa:
«Per precisare, non vorrei che qualcuno capisse male, ovvero che siamo contro la braccata. Nessuno di noi dell’Atc Vastese, né tanto meno l’ArciCaccia è contrario all’utilizzo della caccia in braccata, anzi. Riteniamo e ritengo che sia indispensabile, onde ottenere maggiori risultati, modificare la metodica di abbattimento dove possibile, controllare gli abbattimenti cercando di non abbattere le femmine capobranco e i maschi per i motivi espressi nell’articolo, che trovano anche conferma scientifica. Le squadre dovrebbero concentrare gli abbattimenti sui rossi e sui giovani sub adulti maschi e femmine. Inoltre al fine di realizzare un vero controllo della specie sarebbe ormai indispensabile prolungare il periodo di caccia in braccata da settembre a tutto gennaio superando il limite dei cento giorni. La selezione poi e il selecontrollo a seguire, proseguire con gli abbattimenti mirati a seguito di censimento in particolare nelle aree precluse alla caccia al fine di ottenere un miglior controllo della specie e dei gruppi di animali presenti nel territorio riportandoli ad un numero sostenibile».