«No alle lezioni di caccia nelle scuole», scatta la petizione on line.
Polemiche dopo le iniziative di due cacciatori intervenuti in una scuola primaria di Gardone Val Trompia, comune della provincia di Brescia. I cacciatori non porteranno armi in classe, ma un libro di favole sulla caccia (Il cacciatore in favola), per far capire ai bimbi che la caccia non è poi così brutta come la si dipinge; che i cacciatori amano la natura; che la tutelano. Mostreranno ai bambini uccelli imbalsamati e cani da caccia. Il tutto su iniziativa del Consorzio armaioli italiani (ConArmI), il quale sostiene di voler educare i piccini al rispetto della natura insegnando la differenza tra caccia regolamentata per legge e bracconaggio.
«In provincia di Brescia i cacciatori entrano nelle scuole elementari con fucili e prede impagliate per insegnare ai bambini la caccia» scrive tale Patrizia Sergio che chiede che «si fermi tutto questo e che si tutelino bambini e ragazzi minorenni: la caccia non è un videogame da portare tra i banchi di scuola». Ed è subito scattata la petizione on line, una raccolta di firme indirizzata a Roberta Morelli, Assessore Pubblica Istruzione Provincia di Brescia, Franco Bonesso, Assessore Pubblica Istruzione Provincia di Treviso, Elena Donazzan, Ministero della Pubblica Istruzione.
Questo che segue il testo della petizione, firmata on line da 96.165 persone:
Al Ministro della Pubblica Istruzione
Agli Assessori Regionali e Provinciali di questo Paese
chiedo di non autorizzare, né promuovere, incontri sul tema della caccia nelle scuole. Qualsiasi alone di nobiltà possa venire assegnato a questa pratica è solo un’iniziativa ipocrita. Perché gli interlocutori sono menti plasmabili e l’inganno è dietro l’angolo: bambini e ragazzi minorenni ai quali si raccontano fiabe dove i fucili non fanno male ma sono elementi culturali e consentono svago e divertimento.
Sul quotidiano Il Giorno di Brescia dell’11.3.2018 si legge che in una scuola elementare di di Brescia, da qualche settimana i cacciatori fanno lezione in classe. Organizzata dal Consorzio Armaioli portano cani e volatili imbalsamati. Vengono raccontate ‘favole’ che riabilitano il cacciatore in veste di custode della natura e… le mamme ringraziano! (e non è ironia) perché così si valorizza la tradizione. In Valtrompia, terra di fucili e tradizioni venatorie, la caccia è considerata cosa buona e giusta, da imparare sui banchi di scuola. E hanno già chiamato dalle scuole di Sarezzo, Polaveno, Lodrino per ospitare anch’essi queste lezioni così educative. Come racconta Il Giorno, anche il sindaco di Gardone, Pierangelo Lancelotti, plaude: «Capisco che per chi non vive da queste parti sia un progetto strano. Ma per noi avere a che fare con un fucile è normale».
Normale appare anche per la Regione Veneto e la Provincia di Treviso che hanno patrocinato un’iniziativa simile titolata: “Giovani a caccia di esperienze”.
Un genere di esperienza da lasciare sempre e solo a persone maggiorenni, che hanno già raggiunto quella maturità che consenta loro di non confondere un fucile vero con quello dei videogame.