Fausto Filippone, l’uomo che ha lanciato la figlia dal viadotto dell’A14 e poi dopo 7 ore si è suicidato, non aveva problemi psichici. E’ quanto è emerso finora dagli accertamenti, e sottolineato in conferenza stampa dal questore di Chieti Raffaele Palumbo, anche attraverso la testimonianza di conoscenti e colleghi che lo descrivono come persona estremamente riservata e silenziosa. Sarà compito degli investigatori fare luce sugli aspetti ancora non chiari della vicenda conclusa con il suicidio di Filippone e preceduta dalla morte della moglie, Marina Angrilli, precipitata dal balcone al secondo piano dell’abitazione di Chieti, e della figlia Ludovica, da lui lanciata sotto al viadotto della A14 dopo averla presa dagli zii materni che vivono a Pescara nella stessa palazzina della nonna.
Verifiche inoltre sono in corso anche sul contenuto di un foglio volato giù dal cavalcavia: appunti, sembra, trascritti durante il colloquio tra Fausto Filippone e un poliziotto intervenuto in attesa dell’arrivo del mediatore. Secondo quanto spiegato dalla Dirigente della Mobile di Chieti, Miriam D’Anastasio, gli appunti conterrebbero anche nomi sui c’è stretto riserbo. Nel corso della conferenza stampa del questore di Chieti è arrivata la conferma che a lanciare la figlia dal cavalcavia è stato il padre.
Sgomento, dolore e incredulità nella scuola primaria di via del Concilio a Pescara dove andava Ludovica Filippone, la bambina di dieci anni, gettata ieri pomeriggio dal padre Fausto – poi suicidatosi in serata – dal viadotto Alento della A/14. Poca voglia di parlare nel plesso dove questa mattina i suoi compagni di classe non sono a scuola.
Per tutta la settimana sono state sospese le attività ricreative. La bandiera della scuola è a lutto. “Ludovica – ricorda la dirigente scolastica Valeriana Lanaro – era una bimba splendida, brava e molto dolce. Aveva una predisposizione per le arti. Questo è un momento molto particolare con il pensiero fisso degli amichetti di Ludovica che non la vedranno più che è oggi molto forte e intenso. Parliamo di un dramma nel dramma con delle emozioni molto forti. Non conoscevo personalmente i genitori della bambina perché sono dirigente della scuola dallo scorso settembre, ma ho saputo di una famiglia molto attenta. I genitori seguivano Ludovica”.
Un minuto di silenzio al Liceo Leonardo da Vinci in memoria di Marina Angrilli, insegnante di Lettere e mamma di Ludovica, morta ieri dopo essere precipitata da una palazzina a Chieti Scalo. “Gli alunni – riferisce all’ANSA il preside Giuliano Bocchia – sono turbati e sconvolti. Abbiamo fatto una riflessione pedagogica anche con il supporto di uno psicologo nelle tre classi dove insegnava la professoressa Angrilli dai più piccoli ai più grandi per aiutare ad elaborare il dolore e a capire la complessità della vita”.
La riflessione ha avuto come tema centrale quello di far riflettere sull’importanza dell’azione iniziata dall’insegnante e domani alunni e professori hanno deciso, riferisce ancora il preside, di confermare la visita al borgo marinaro di Pescara, un progetto di riscoperta delle tradizioni promosso proprio dalla professoressa Angrilli. “Un’insegnante che esigeva il massimo dagli alunni perché sapeva quanto valessero e voleva tirare fuori il meglio da loro. Allegra e gioviale – la ricorda il preside Bocchia – e nell’ ultimo periodo di buon umore. Nulla da lei traspariva o faceva presupporre quello che sarebbe potuto accadere. Voleva molto bene alla figlia e ne parlava spesso”.