“Se c’è una contestazione che può essere indirizzata alla nostra Azienda è non aver esplicitato meglio i termini della nota sull’accordo attuativo aziendale riferito ai medici della continuità assistenziale. Ma è assolutamente inaccettabile che se ne faccia un uso strumentale e demagogico”. Non si fa attendere la replica del Direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti Pasquale Flacco al presidente della Commissione Vigilanza regionale Mauro Febbo in merito ai “quattro euro l’ora” per le prestazioni ambulatoriali al personale delle Guardie mediche.
“Quella del compenso aggiuntivo riferito all’attività ambulatoriale – aggiunge il manager – era stata una formula individuata per contrastare la penalizzazione economica derivante dalla sospensione dell’indennità di rischio previsto a livello regionale. Un modo per lasciare inalterata la retribuzione. Sono intervenuti, però, cambiamenti tali che avrebbero prefigurato una duplicazione della spesa, per via di un giudizio emesso dal giudice del lavoro di Chieti: rigettando l’opposizione della nostra Azienda a un decreto ingiuntivo promosso da un medico della continuità assistenziale, il magistrato ha affermato che “alcun contrasto può ravvisarsi tra l’art. 13 dell’Accordo integrativo regionale e le previsioni dell’Accordo collettivo nazionale”. Una pronuncia che, di fatto, apre la strada alla possibilità di continuare a corrispondere l’indennità di rischio. Evidente, a questo punto, il rischio per l’Azienda di pagare doppio ed erogare entrambe i compensi. Di qui la scelta obbligata di tutelare il bilancio aziendale e astenersi dal dare seguito al nuovo Accordo attuativo aziendale inerente le prestazioni ambulatoriali almeno fino a quando non vengano chiarite unicità e univocità del compenso da erogare. La nota inviata ieri, dunque, scaturiva da questa necessità, che, al solito, nessun paladino del popolo si è premurato di accertare. Anche in questa occasione, come tante altre in precedenza, un documento aziendale viene fatto oggetto di sciacallaggio politico, che si commenta da solo. Stesso discorso vale per le presunte preoccupazioni espresse per la salute delle nostre finanze: abbiamo ridotto la perdita portandola da 26 a 16 milioni, ricevendo anche la benedizione della Corte dei Conti che, nella delibera inviataci il 5 luglio scorso, invita “l’Azienda a proseguire il percorso già intrapreso di correzione delle criticità emerse adottando le necessarie misure correttive, ove non già provveduto”. Al bilancio di quest’Azienda, perciò, c’è già chi ci pensa, e lo fa correttamente”.