AGNONE – Una mazzata terrificante che mette a rischio una serie di situazioni già precarie. La chiusura del viadotto Sente risulterà devastante per Agnone, comune sul quale gravitano storicamente le popolazioni dell’Alto Vastese in fatto di sanità, istruzione e commercio. Basta pensare all’ospedale ‘Caracciolo’ sul quale fino a qualche tempo fa (chiusura del reparto di Chirurgia), si riversava il 40% dell’utenza proveniente dai paesi del Chietino. Su tutti Castiglione Messer Marino, Schiavi di Abruzzo, Fraine, Castelguidone, Montazzoli, Carunchio, Torrebruna. Con l’interruzione di una viabilità scorrevole l’ulteriore calo sarà inevitabile.
Ma la cosa che maggiormente preoccupa, oltre la chiusura (dovrebbe avvenire martedì 18 settembre), è quella del reperimento dei fondi necessari per effettuare le nuove opere (si parla di svariati milioni di euro) visto che la Provincia di Isernia non ha un euro in cassa. Dunque inimmaginabile ipotizzare la partenza dei lavori, meno ancora i tempi di riapertura. E proprio il tempo riconduce agli anni ’80. Precisamente alla primavera del 1984 quando furono fatti saltare due pilastri del viadotto Verrino seriamente danneggiati. Ebbene ci vollero cinque lunghissime stagioni prima che l’arteria riaprisse al traffico. Erano i tempi della Dc, di Remo Sammartino e Bruno Vecchiarelli. Un parallelo che induce ad una attenta riflessione e pone seri interrogativi. Così la prima cosa da fare è quella di riconsegnare il moribondo viadotto Sente ad Anas, unico ente ad avere la capacità finanziaria per poter avviare studi ed opere cantierabili. Compito della politica naturalmente che in un recente passato ha riconsegnato ad Anas circa 170 chilometri di strade regionali, ma solo nove della Provincia di Isernia.
Le migliori tra l’altro come asserito dal presidente Lorenzo Coia, che insieme al collega di Chieti, Mario Pupillo, non sa dove sbattere la testa. In questo frangente un ruolo importante potrebbe giocarlo il consigliere regionale dei 5 stelle, Andrea Greco chiamato a far valere i suoi buoni rapporti, stesso colore politico, con il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli. Intanto sarà riattivata la ex Istonia 86, strada alternativa flagellata da frane e avvallamenti che andrebbe risistemata in termini di sicurezza vista l’incuria in cui versa, complice il disinteresse mostrato dall’ente Provincia nel corso degli anni. Insomma, siamo alle solite. E a pagare, come spesso avviene in questo casi, sono le aree interne già alle prese con spopolamento, tagli ai servizi e chi più ne ha più ne metta. Quella della chiusura del viadotto Sente potrebbe essere davvero il colpo letale per un intero territorio.