CAMPOBASSO – Sulla vicenda Corecom è doveroso intervenire nuovamente. Il fine, sia chiaro, non è rivendicare l’amico o il collega nell’organismo, bensì metodi trasparenti e professionalità giuste, in un momento di grande difficoltà per l’editoria locale. La prima osservazione riguarda la mancata assunzione di responsabilità dei partiti di votare i nomi prescelti. Perché la politica ha abdicato al confronto in aula per rifugiarsi dietro i poteri sostitutivi del presidente del Consiglio? Il secondo aspetto riguarda le motivazioni con le quali il presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone, ha giustificato le proprie scelte. “Penso – ha affermato Micone – di non aver sbagliato in nessun passaggio. Sono stati analizzati i curricula pervenuti e valutate, a mio giudizio, le professionalità giuste per svolgere il ruolo”. Per dare forza e riscontro alle sue parole, il presidente dell’assise regionale renda noti, senza per questo ledere la privacy, i documenti presentati dai candidati. Inoltre, sempre Micone, comunichi all’opinione pubblica lo stato degli eventuali rapporti, personali e familiari, avuti o in essere con i nominati, ovvero se vi sono stati o meno percorsi professionali comuni, contatti e di che tipo relativi a incarichi ricoperti e quant’altro. E’ questo un modo per rassicurare sulla bontà delle scelte fatte e sui percorsi istituzionali posti in essere. E’ quanto afferma il presidente dell’Assostampa Molise, Giuseppe Di Pietro in una nota inviata alle redazioni.