«Forestali: civili per natura, militari per costrizione». E’ il commento di Luca Marco Comellini, segretario generale del Sindacato dei Militari, dopo la sentenza che ha dichiarato del tutto legittimo lo scioglimento del Corpo Forestale dello Stato e l’assorbimento nell’Arma dei Carabinieri.
«Aspettiamo di leggere le motivazioni dei Giudici della Corte Costituzionale – continua il segretario generale del Sindacato dei Militari – per valutare se, come e quali iniziative di lotta sindacale sarà opportuno avviare per tutelare gli oltre settemila agenti del Corpo Forestale dello Stato a cui dal primo gennaio 2017 stati tolti i diritti e la dignità di una professione d’eccellenza. La decisione dei giudici emessa ieri riguardo alla presunta incostituzionalità della militarizzazione forzata degli appartenenti al disciolto Corpo Forestale dello Stato, emanata considerando legittimo l’assorbimento dei dipendenti del Corpo nell’Arma dei Carabinieri, ci preoccupa perché potrebbe aprire la strada alla pericolosa militarizzazione anche di altri settori civili dello Stato. L’invito che adesso rivolgiamo agli ex appartenenti al Corpo è quello di unirsi alla nostra Organizzazione Sindacale e lottare con lo stesso impegno e la stessa serietà di sempre, contro le negazioni del diritto e dei diritti che, non lo status militare, ma le più retrograde e chiuse gerarchie vorrebbero imporgli spalleggiate da una classe politica miracolata dal web».