LANCIANO – Andava in giro sbrigando commissioni personali invece di andare a lavorare per la Provincia di Chieti: protagonista della vicenda un capo cantoniere, C.M., 51 anni, di Atessa (Chieti), accusato di truffa aggravata continuata, peculato, falsità ideologica, posto agli arresti domiciliari su disposizione del gip di Lanciano, Massimo Canosa.
I fatti risalgono al periodo compreso tra il 13 e il 25 marzo scorsi. Secondo l’accusa l’uomo si è sottratto fraudolentemente allo svolgimento del regolare servizio di lavoro per svolgere altre attività estranee, inducendo in errore la pubblica amministrazione sul regolare svolgimento del turno e procurandosi un ingiusto profitto pari alla retribuzione relativa alle giornate di servizio falsamente espletate. La vicenda vede coindagati in concorso e denunciati, anche due sottoposti del capo cantoniere – D.B.B., 48 anni, di Casalbordino (Chieti), e T.B., 59 anni, di Casoli (Chieti) – coinvolti in un numero esiguo di episodi di assenteismo da lavoro rispetto al loro capo squadra. Le indagini sono state condotte dalla sezione di Pg dei Carabinieri, in collaborazione con la Pg della Polizia, presso la procura.
Gli investigatori hanno effettuato servizi di osservazione, perquisizioni e sequestri negli uffici della Provincia, intercettazioni telefoniche, riscontri documentali, e interrogatori di persone informate sui fatti. Il peculato riguarda l’uso dei mezzi e del carburante messi a disposizione dall’ufficio viabilità della Provincia; la falsità ideologica riguarda invece l’aver falsamente redatto documenti in cui si attestava di avere usufruito di giorni di congedo oppure di essere stati impegnati nel servizio di manutenzione stradale.