Sarebbe di 5 milioni di euro la liquidazione per Vito Gamberale (in foto) per gli anni passati come amministratore delegato di F2i, il fondo per le infrastrutture messo in piedi nel 2007 dalla Cassa depositi e prestiti (controllata all’80% dal ministero del Tesoro) e da un gruppo di soci privati – in testa Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ardian e Cariplo, e poi altre fondazioni e casse di previdenza.
E’ quanto scrive il collega Fabrizio Massaro sul corriere.it.
La cifra pattuita dal 70 enne manager molisano con i soci di F2i è comprensiva sia dei due anni di mandato che avrebbe dovuto svolgere – pari a 1,250 milioni di euro l’anno tra quota fissa e variabile – sia di altre componenti nonché del «carried interest», cioè del valore delle quote nel fondo che gli erano state attribuite (così come agli altri senior partner) come incentivo. C’è poi un’ulteriore parte, quella legata al «carried interest» sul secondo fondo avviato da Gamberale (finora sottoscritto per 800 milioni su 1,2 miliardi di obiettivo), che sarà definita da un giudizio arbitrale, secondo l’accordo raggiunto dal manager con Federico Ghizzoni, ceo di Unicredit, delegato dai soci di verificare le condizioni per l’uscita di Gamberale. La discussione è stata complessa, visto che la richiesta iniziale di Gamberale sarebbe stata attorno ai 9 milioni. Nei prossimi giorni il board di F2i dovrebbe riunirsi per nominare Renato Ravanelli, ex A2A, come ceo e Vittorio Terzi come presidente.